“Nessuno può essere sottoposto a tortura, né a pene o trattamenti inumani o degradanti”, così recita l’articolo 4 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea. Ciononostante ai danni di moltissimi migranti nei territori di frontiera si verificano violenze quotidiane.
Le violenze vanno da minacce, abusi fisici e stupri; gli scenari in cui avvengono sono nei lager libici, nei campi in Bosnia o in Grecia, nei CPR in Italia, fino ai respingimenti violenti effettuati in Serbia e in Bosnia.
A fronte di ciò la campagna Stop Border Violence promuove una raccolta di firme che partirà dal prossimo 10 luglio su un’Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) che chiede all’UE di intervenire rispetto alla costante violazione dell’art.4 della CDFUE, agendo sulle politiche relative ai controlli alle frontiere, all’asilo ed all’immigrazione e restituendo dignità alle persone migranti e richiedenti asilo.
In particolare la campagna chiede l’adozione di strumenti normativi adeguati affinché sia applicato in via effettiva l’art. 4 della Carta dei diritti fondamentali della UE e sia bandito l’uso della violenza, della tortura e di trattamenti inumani e degradanti nel controllo delle frontiere dello spazio UE e all’interno dei paesi terzi con i quali le Istituzioni europee o uno o più stati membri hanno stretto accordi volti a contenere l’ingresso in Europa di migranti o richiedenti asilo, nonché all’interno degli stessi stati membri nella gestione dell’accoglienza, prevedendo sanzioni in caso di inottemperanza agli obblighi stabiliti.
Foto di UN Women / Mirjana Nedeva; Fonte UN Women