• Skip to main content
  • Skip to secondary menu
  • Skip to footer
  • Chi siamo
  • Cosa puoi fare
  • Contattaci
  • Archivio
  • La nostra rete
  • Rassegna stampa
  • Media gallery
  • English
  • Nav Widget Area

    • Facebook
    • Instagram
    • Twitter
Cronache di ordinario razzismo

Cronache di ordinario razzismo

Cronachediordinariorazzismo.org è un sito di informazione, approfondimento e comunicazione specificamente dedicato al fenomeno del razzismo curato da Lunaria in collaborazione con persone, associazioni e movimenti che si battono per le pari opportunità e la garanzia dei diritti di cittadinanza per tutti.

  • News
  • Database razzismo
  • Pubblicazioni
  • Libri bianchi
  • Legal points
  • In rete
  • Appuntamenti
  • Progetti

Un’Italia irresponsabile: ancora una pagina buia

30 Marzo 2012

All’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa è stato presentato ieri il rapporto della Commissione per l’Emigrazione, Rifugiati e Sfollati a cura della senatrice olandese Tineke Strik, dal titolo “Vite perdute nel Mediterraneo: chi è responsabile?”, come conclusione di un’indagine condotta negli ultimi mesi e che riguarda una delle tante tragedie consumatesi nel Mediterraneo, avvenuta esattamente un anno fa (marzo 2011). L’indagine, avviata a seguito ad un’esclusiva del quotidiano britannico “The Guardian”, e su richiesta di 34 membri dell’Assemblea, rivela che i migranti sono morti in mare, nel tentativo di fuggire dal conflitto libico “dopo che le loro richieste di soccorso erano state ignorate, in particolare da parte di forze armate operanti nell’area”.

Questo importante documento del Consiglio d’Europa arriva nello stesso giorno in cui il Consiglio italiano per i rifugiati diffonde il suo rapporto: “Accesso alla protezione: un diritto umano”, in cui si sottolinea che “secondo le stime di Fortress Europe, dal 1998 all’agosto 2011, 17.738 persone sono morte nel tentativo di raggiungere l’Europa” e che “solo nel corso del 2011, circa 2.000 tra uomini, donne e bambini sono morti nello Stretto di Sicilia: il 5% di tutti coloro che hanno tentato di raggiungere l’Europa dalla Libia”.

In questo stesso giorno, arriva anche una nuova tegola sulle politiche dell’immigrazione dell’allora ministro dell’Interno, Roberto Maroni: dopo la condanna della pratica dei “respingimenti” in mare da parte della Corte europea dei diritti umani di Strasburgo dello scorso 23 febbraio, giunge una nuova sanzione ancora più pesante. Il Consiglio d’Europa ha infatti addossato all’Italia le responsabilità della morte in mare dei 63 migranti nella tragedia di quel marzo 2011.

Ma ricordiamo brevemente che cosa accadde un anno fa. Il gommone, a bordo del quale viaggiavano 72 migranti di origine africana (47 cittadini etiopi, 7 nigeriani, 7 eritrei, 7 ghanesi e 5 sudanesi, fra i quali 20 donne e due bambini), era partito da Tripoli nel cuore della notte del 25 marzo, ma era entrato poco dopo in avaria. L’imbarcazione fu lasciata andare alla deriva per ben due settimane, fino a quando non fu rispedita sulle coste libiche. Nonostante le incessanti richieste d’aiuto, e il fatto che la nave fosse stata comunque identificata dalla guardia costiera europea, non fu fatto alcun tentativo di salvataggio. Sopravvissero soltanto nove persone. Quei 63 migranti (di cui 2 bambini) non sono morti a causa di un naufragio, bensì sono stati lasciati morire di sete e di fame, durante i 15 giorni alla deriva, abbandonati nelle acque del Canale di Sicilia.

Nel rapporto della Strik si legge che la tragedia nelle acque del Mediterraneo è da attribuire “a una serie di errori e un vuoto di responsabilità, condivise soprattutto tra la Marina italiana incaricata delle operazioni di ricerca e salvataggio, la Nato, le navi dei vari Paesi che transitavano quel giorno nello specchio di mare in cui si trovavano i naufraghi, le autorità libiche e i trafficanti senza scrupoli che fanno la spola tra le coste del Nord Africa e la Sicilia”. “L’Italia, come primo Stato ad aver ricevuto la chiamata di aiuto, sapendo che la Libia non poteva ottemperare ai propri obblighi – si legge ancora nel rapporto – avrebbe dovuto assumere la responsabilità del coordinamento delle operazioni di soccorso”. Come pure la Nato, non ha reagito alle numerose richieste di aiuto, anche se quella era una zona militare sotto il suo controllo, e pur avendo a disposizione a poche miglia alcune navi militari, dotate di elicotteri.

Il rapporto parla di un “fallimento collettivo” di Italia, Malta, Onu e Nato “nel pianificare gli effetti delle operazioni militari in Libia e prepararsi per un atteso esodo via mare”. Una sottovalutazione molto grave: “Queste persone non dovevano morire – si conclude -. Se i diversi attori fossero intervenuti o fossero intervenuti in modo corretto, si sarebbe potuto metterli in salvo in molte occasioni”.

 

 

Share on facebook
Facebook
Share on twitter
Twitter
Share on linkedin
Linkedin
Share on pinterest
Pinterest
Share on whatsapp
Whatsapp
Share on email
Email

Filed Under: News Tagged With: commissione emigrazione, Consiglio d'Europa, mediterraneo, nato, respingimenti, responsabilità, rigugiati e sfollati, tragedia in mare, vite perdute nel mediterraneo

Footer

Contatti

Associazione di Promozione Sociale Lunaria
via Buonarroti 39, 00185 - Roma
Dal lunedì al venerdì, dalle 10.00 alle 17.00

Tel. 06.8841880
Email: info@cronachediordinariorazzismo.org

Social

  • Facebook
  • Instagram
  • Twitter

Newsletter e Donazioni

Tutti i contenuti di questo sito, ove non diversamente indicato, sono coperti da licenza Creative Commons | Informativa sull'uso dei cookies
Gestisci Consenso Cookie

Questo sito fa uso di cookie, anche di terze parti, ma non utilizza alcun cookie di profilazione.

Funzionale Sempre attivo
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Gestisci opzioni Gestisci servizi Gestisci {vendor_count} fornitori Per saperne di più su questi scopi
Visualizza le preferenze
{title} {title} {title}

Sostieni il nostro lavoro conto il razzismo con una donazione

×