Da ieri, 1 maggio, circa sessanta persone trattenute all’interno del Cie di Ponte Galeria, a Roma, hanno iniziato uno sciopero della fame. Le motivazioni? Le fanno sapere i diritti interessati, diffondendo un comunicato. Lo pubblichiamo di seguito.
“Oggetto: dichiarazione di inizio sciopero della fame di tutta la popolazione di questo centro.
“Noi tutti di questo centro abbiamo deciso di iniziare una protesta pacifica iniziando il rifiuto del cibo che ci viene consegnato per tutto il tempo necessario, finché non vengano esaudite le nostre richieste sotto indicate:
1. che le procedure siano più rapide;
2. che il servizio sanitario sia più efficiente;
3. che non venga più usata violenza né psichica né fisica contro di noi (giorni fa è stata somministrata una puntata di psicofarmaci ad un ospite contro la sua volontà, che ha avuto una reazione dannosa alla sua salute provocandogli gravi danni, ancora oggi non può parlare;
4. che chi chiede l’espatrio gli venga accolta la sua richiesta il più presto possibile senza trattenimento di lungo periodo;
5. che le notifiche vengano tradotte nella lingua di origine;
6. che le visite dell’esterno vengano facilitate senza tanta burocrazia;
7. che i tossicodipendenti vengano accolti in strutture adatte alle loro esigenze di recupero;
8. che chiunque abbia uno o più carichi pendenti possa presenziare al suo processo in modo che non venga condannatoin contumacia;
9. per queste e molte altre motivazioni centri come quelli di Ponte Galeria schiacciano la dignità delle persone e andrebbero chiusi per sempre.
Noi stiamo motivando il nostro sciopero della fame, ora voi motivate perché noi stiamo scontando una condanna senza aver commesso nessun reato.”
Firmato dai circa sessanta ospiti del settore maschile del Cie di Ponte Galeria.
Roma, 1 maggio 2013