“Stiamo vivendo una crisi di profughi catastrofica, ma l’indisponibilità ad agire ha messo in evidenza una grave crisi politica”: a scriverlo sono tredici tra le maggiori testate europee, in un appello all’Unione europea.
“L’Europa – si legge nella lettera – si trova di fronte alla più grave crisi di profughi che il mondo abbia visto dalla seconda guerra mondiale. [.. ] Eppure, mese dopo mese, continua a fare troppo poco e troppo tardi”.
L’appello delle tredici testate arriva pochi giorni prima del vertice straordinario del 14 settembre, durante il quale i ministri degli stati membri dell’Unione si incontreranno, a Bruxelles, per discutere del nuovo piano proposto dalla Commissione ue pensato per affrontare la situazione attuale. Un’opportunità per prendere misure decise per affrontare questa tragedia umanitaria e prevenire ulteriori perdite di vite umane”, scrivono i direttori dei tredici quotidiani, che esortano i leader politici a prendere delle misure concrete.
Pubblichiamo di seguito la lettera.
L’Europa si trova di fronte alla più grave crisi di profughi che il mondo abbia visto dalla seconda guerra mondiale. Con il conflitto siriano giunto ormai al quinto anno, la gente si rivolge al nostro continente per ricevere aiuto e protezione. Sempre più persone muoiono nei loro disperati tentativi per fuggire dalle persecuzioni. Eppure, mese dopo mese, l’Europa continua a fare troppo poco e troppo tardi. Stiamo vivendo una crisi di profughi catastrofica, ma l’indisponibilità ad agire ha messo in evidenza una grave crisi politica.
Nonostante il nostro tormentato passato, l’Europa oggi deve dimostrare di essere un continente unito, costruito sui principi di solidarietà, uguaglianza e libertà. I primi segnali positivi arrivano dalle parole della Merkel e di Junckerma non basta. Il 14 settembre i ministri degli Stati membri dell’Unione si incontreranno a Bruxelles per negoziare soluzioni alla crisi.
Oggi, i più importanti giornali europei si uniscono in un appello per esortare i nostri leader a cogliere l’opportunità e prendere misure decise per affrontare questa tragedia umanitaria e prevenire ulteriori perdite di vite umane. Esortiamo i nostri leader politici a: – Creare dei metodi semplici, sicuri e pratici per consentire ai profughi di cercare asilo in Europa senza mettere a rischio la loro vita per venire qui. È il modo migliore per eliminare il traffico di esseri umani e ridurre le vittime.
– Mostrare solidarietà verso i Paesi alle frontiere esterne dell’Europa, primo punto d’ingresso per profughi e migranti, finanziando e organizzando un sistema di accoglienza sicuro, dignitoso e coordinato ai margini dell’Europa, che esamini in modo rapido e imparziale le domande di asilo.
– Sospendere, fintanto che un gran numero di profughi continuerà ad arrivare in Europa, il trattato di Dublino, che prevede che i richiedenti asilo siano rimandati nel primo punto di ingresso.
– Sostenere una più equa distribuzione dei profughi fra gli Stati membri. Tutti i Paesi europei devono partecipare a un programma di ridistribuzione molto più ambizioso di quello che abbiamo visto finora. Questo dovrebbe essere il punto di partenza delle discussioni.
– Incrementare gli aiuti finanziari e umanitari alle nazioni del Medio Oriente colpite dal conflitto siriano. Un pacchetto di aiuti che copra non soltanto le necessità immediate di cibo, acqua e forniture mediche, ma impegni l’Europa a dare il suo apporto per la ricostruzione delle comunità locali nel lungo periodo, in modo da offrire ai popoli del Medio Oriente speranza e opportunità per un futuro migliore e più sicuro nei propri Paesi.
– Esercitare maggiori pressioni su altri soggetti fondamentali della scena internazionale, come l’Iran, la Russia, l’Arabia Saudita, la Turchia e gli Stati Uniti, perché facciano tutto il possibile per convincere le parti in conflitto a sedersi al tavolo delle trattative sotto l’egida dell’Onu.
I nostri leader devono mostrare coraggio e intelligenza per non fallire in questa prova della nostra comune civiltà europea. Dobbiamo agire, e dobbiamo agire adesso.
Bernd Ulrich, Die Zeit, Germania
Ezio Mauro, La Repubblica, Italia
Antonio Caño, El País, Spagna
Johan Hufnagel e Laurent Joffrin, Libération, Francia
Amol Rajan, The Independent, Regno Unito
Oliver Duff, I (Independent), Regno Unito
Andreas Paraschos, Kathimerini, Cipro
András Murányi, Népszabadság, Ungheria
Matúš Kostolný, Denník N, Slovacchia
Adam Michnik, Gazeta Wyborcza, Polonia
Jan Helin, Aftonbladet, Svezia
Christian Jensen, Information, Danimarca
Anna B. Jenssen, Morgenbladet, Norvegia