
Segnaliamo questo appello di Società Italiana di Medicina delle Migrazioni, Mai più lager – NO ai CPR e Associazione Studi Giuridici Immigrazione in merito ad una campagna indirizzata ai medici affinché ci sia una presa di coscienza sulla certificazione di idoneità delle persone migranti ad essere detenute nei Centri di Permanenza per il Rimpatrio.
“Come evidenziato anche da recenti inchieste giudiziarie, i Centri di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) in cui vengono detenute in Italia le persone migranti ritenute non in regola e in attesa di essere rimpatriate presentano gravissime criticità di gestione, di rispetto dei diritti e in particolare del diritto alla salute. Pessime condizioni igienico-sanitarie, presa in carico inadeguata di patologie acute e croniche e di problemi di salute mentale, abuso e misuso di psicofarmaci: le evidenze di questi e altri rischi per la salute delle persone migranti detenute nei CPR sono ormai tante. A livello internazionale, anche l’Ufficio Regionale Europeo della World Health Organization (WHO) ha evidenziato i rischi per la salute delle persone migranti della cosiddetta “detenzione amministrativa” attuata nei CPR. La SIMM, in collaborazione con ASGI e Rete Mai più lager – No ai CPR, lancia una campagna di presa di coscienza da parte del personale sanitario sui rischi di salute per le persone migranti detenute nei CPR italiane, e in particolare una proposta per i medici “certificatori”: infatti, per essere inviate nei CPR, le persone migranti devono essere sottoposte a una “valutazione di idoneità alla vita in comunità ristretta” da parte di personale medico afferente al Sistema Sanitario Nazionale: il documento dettagliato della Campagna propone diversi elementi di riflessione e azione di sanità pubblica, medico-legali e di deontologia medica per poter aiutare i medici coinvolti a dichiarare l’inidoneità alla vita in luoghi pericolosi per la salute e patogeni quali i CPR, di fatto, sono.
Per eventuali informazioni e adesioni scrivere a noaicpr@gmail.com“