
Lo Zecchino d’oro, la cui prima edizione risale al 1959, è un appuntamento fisso per grandi e piccoli. Quest’anno si è svolta la 64ª edizione del festival durante i primi giorni di dicembre 2021, in diretta su Rai1 dallo studio televisivo dell’Antoniano di Bologna e anche online sul sito di RaiPlay e sui canali Rai Italia, per il pubblico all’estero. 14 le canzoni in gara, con temi molto diversi fra loro, 31 gli autori di testi e musiche, tra i quali importanti firme del panorama musicale italiano, e 17 i piccoli interpreti provenienti da 9 regioni d’Italia. Fra le tante gioiose e colorate canzoni, “Ri-cer-ca-to”, cantata da Davide Ganga, bimbo parmigiano di 6 anni, ha attirato l’attenzione di molti, noi compresi. Ma vediamo il perché.
Il video che accompagnava questa ritmata canzone si presentava come un video discriminatorio e profondamente diseducativo, poiché proponeva una rappresentazione polarizzante fra i bambini protagonisti del video, veicolando un’immagine negativa delle persone afrodiscendenti. Da un lato, proponeva in coro e in gruppo bambini rigorosamente “bianchi” nel ruolo di “poliziotti”; dall’altro, Davide, bambino afrodiscendente, che cantava (da solo) nel ruolo del “ricercato”, ovvero il “pidocchio”. Questa associazione suggeriva, oltretutto, che la chioma riccia di un bambino nero si presti più facilmente ad ospitare dei pidocchi. Il bambino, in questo modo, veniva associato in modo subliminale alla sporcizia in quanto “nero” e “riccio”. Inoltre, il fatto di far interpretare il ruolo (negativo) di protagonista da un bambino afrodiscendente, contribuiva a riprodurre, sia pure involontariamente e in buona fede, lo stigma verso le persone nere, rafforzando pregiudizi e stereotipi.
Il video della canzone è stato pubblicato il 4 dicembre scorso sulla piattaforma Youtube e sulla pagina Facebook dello Zecchino d’oro. La canzone era stata già pubblicata due mesi prima con altre due versioni, la prima priva di immagini, la seconda realizzata attraverso delle animazioni, queste ultime meno polarizzanti e meno stigmatizzanti. Il 12 dicembre 2021, con un post sulla pagina Facebook, l’associazione Mamme Per la Pelle “chiede al Piccolo coro dell’Antoniano di rifare questo video pensandolo in modo meno razzista”.
Il 20 dicembre 2021, sul sito di Razzismo brutta storia viene pubblicata una lettera nella quale si denuncia il fatto che “le immagini del video traspongono sulla figura di un bambino nero la metafora testuale che associa un caso di pediculosi a un ironico immaginario di criminalità, facendo ricadere la natura parassitaria del pidocchio e la responsabilità sociale del problema sulla figura stessa del bambino nero”. Nella lettera, si fa anche rilevare che “potrà sembrare una scelta innocua, forse, o persino innocente, dal punto di vista di chi ha ideato e realizzato questo video. Eppure, quest’associazione riflette chiaramente un immaginario di matrice razzista, in cui la forza in grado di mantenere l’ordine è bianca, mentre il criminale, il ricercato, il corpo estraneo è nero. Il tutto incarnato da un gruppo di bambini in età scolare per un pubblico di coetanei”. E per finire, si sottolinea che“la canzone – a partire dalla scelta di a chi far fare il solista – produce inoltre accostamento tra capelli afro e pidocchi, secondo il meccanismo classico di costruzione negativa della nerezza”.
La vicenda si conclude positivamente il 14 gennaio, ad anno nuovo, quando, dalla pagina Facebook di Mamme Per la Pelle, apprendiamo che il video contestato è stato rimosso per fare spazio ad uno nuovo, completamente rivisto e rifatto, che elimina quanto era stato evidenziato come razzista e discriminatorio. Grazie agli autori dello Zecchino d’oro e al Piccolo Coro dell’Antoniano per la sensibilità dimostrata e alle associazioni che hanno segnalato il video e dialogato con loro per un rifacimento più corretto.