
Dopo le proteste di circa un mese fa, continuano le iniziative da parte delle persone residenti nel CARA di Bari-Palese. Condividiamo, infatti questa lettera mandata questa mattina alla Prefettura di Bari e pubblicata dall’associazione Solidaria.
Dalla morte del nostro amico Bangaly Soumaoro, avvenuta il 4 novembre scorso, e dalle manifestazioni che ne sono seguite, noi abitanti del CARA di Bari Palese e chi ci sostiene ci siamo mobilitati per migliorare le terribili condizioni in cui siamo costretti a vivere.
Il 22 novembre abbiamo pubblicato un video che denunciava lo stato dei bagni del CARA: antigienici, spesso allagati, parzialmente rotti e privi di acqua calda. Siamo lieti di constatare che negli ultimi giorni le condizioni dei bagni sono migliorate e ci auguriamo che questo miglioramento sia duraturo.
Vorremmo richiamare la vostra attenzione su altri due problemi gravi che stiamo affrontando attualmente nel CARA. Il primo è la condizione dei container in cui molti di noi dormono. Si tratta di piccole strutture metalliche in cui otto a dieci persone sono costrette a dormire in letti a castello, senza alcuna privacy. Con un numero così elevato di persone in uno spazio così piccolo, è impossibile mantenere lo spazio pulito e ordinato. Siamo costretti a vivere con infestazioni di scarafaggi, topi e cimici. Chiediamo quindi che ci vengano immediatamente forniti alloggi più ampi e più adeguati per ospitarci dignitosamente.
In secondo luogo, i tempi di attesa per un colloquio presso la Commissione sono inaccettabili. Quando siamo arrivati, ci è stato comunicato che il tempo di attesa doveva essere compreso tra i tre e i sei mesi. Molti di noi aspettano da oltre un anno e non abbiamo ancora ricevuto un appuntamento. Ci sono anche ritardi estremi nella comunicazione dei risultati del colloquio: alcuni di noi hanno aspettato sei mesi dopo il colloquio per ricevere l’esito ufficiale. Questi ritardi inaccettabili ci lasciano in un limbo mentalmente e fisicamente distruttivo, senza libertà di movimento, vivendo in condizioni affollate e insalubri e senza poter fare progetti per il futuro. Chiediamo che tutti i richiedenti asilo che entrano nel CARA siano ascoltati dalla commissione entro un massimo di sei mesi.
Vorremmo inoltre richiamare la vostra attenzione sulla questione degli orari di apertura del CARA. In precedenza i cancelli si aprivano alle 6.30 del mattino, costringendo coloro che iniziano a lavorare presto, molti dei quali sono lavoratori agricoli, a scavalcare le recinzioni di filo spinato con il rischio di farsi male per arrivare in tempo al lavoro. Ora i cancelli si aprono alle 4.30 del mattino, e questo è uno sviluppo positivo in quanto al rischio intrapreso. Tuttavia, vorremmo sottolineare il fatto che coloro che escono presto per andare al lavoro spesso lavorano in condizioni estremamente precarie, senza contratto, senza busta paga e quindi senza protezione legale o medica sul posto di lavoro. È inaccettabile che si continui a sfruttare i residenti del CARA come lavoratori agricoli. E’ inaccettabile che si continui a sfruttare i residenti del CARA come lavoratori agricoli. E’ vergnognoso contare sul lavoro precario dei richiedenti asilo e delle persone senza documenti.
Chiediamo che si intervenga al più presto sui problemi sopracitati. Non permetteremo più che il CARA sia un luogo in cui i diritti e la dignità delle persone richiedenti asilo vengono continuamente calpestati.
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A sostegno dei/delle richiedenti asilo e della loro Lettera:
Solidaria Bari, Ortocircuito Bari, Bread&Roses – Bread&Roses spazio di mutuo soccorso, #Sportello di autodifesa sindacale a #VillaRoth, Autogestione in Movimento – Fuorimercato