La madre di Raffale Ariano, il giovane ricercatore finito nell’occhio del ciclone per aver denunciato la capotreno autrice dell’annuncio contro “zingari” e “molestatori”, chiede al Presidente della Repubblica di intervenire per fermare l’onda d’odio e le minacce che da giorni incombono sulla sua famiglia. Da circa una settimana, l’uomo riceve insulti e minacce via Web. Per la mamma di Raffaele, quanto accaduto è un fatto politico che riguarda la nostra democrazia. Nella lettera pubblicata sul sito di Articolo 21, Annamaria Abbate scrive che Raffaele “è un privato cittadino: non un politico, non un opinionista, non una figura pubblica. Come comune cittadino ha segnalato un’azione scorretta di un capotreno, un pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni. Per farlo ha scritto con toni pacati e rispettosi un post sul suo profilo Facebook e una lettera a un giornale locale”. Nei giorni successivi, aggiunge Annamaria,”sulla pagina Facebook Ufficiale ‘Lega-Salvini Premier’, è comparso un post che indicava in Raffaele il responsabile del possibile licenziamento della capotreno con tanto di fotografia, nome e cognome”. Alla pubblicazione di questo post, “è seguito un vero e proprio linciaggio mediatico da parte di sostenitori della Lega e di gruppi neo-fascisti come CasaPound e Forza nuova”. E conclude: “Allora mi chiedo: può essere tollerato che dalla pagina della forza politica il cui segretario è anche Ministro dell’Interno si fomenti intenzionalmente una tale campagna d’odio? È tollerabile in uno Stato di diritto che un privato cittadino possa essere minacciato nella sua incolumità per azioni riconducibili al Ministro preposto all’ordine e alla sicurezza di tutti i cittadini? In un Paese dove il Ministro dell’Interno avesse la possibilità di chiudere la bocca a chi osa dissentire su un qualsiasi tema di pubblico interesse, ci si sente più o meno sicuri? Temo che accettare supinamente quanto è successo crei un precedente pericoloso, se non inaccettabile, per tutti”.