Giovedì 20 settembre 2012, alle ore 17.00, il Museo Nazionale Preistorico Etnografico “L.Pigorini” di Roma, Piazza Guglielmo Marconi 14, inaugurerà l’esposizione “[S]oggetti migranti: dietro le cose le persone”.
Come esplicita il titolo, la mostra si propone di utilizzare gli oggetti, cuore delle esposizioni museali, per costruire percorsi narrativi rappresentativi dei viaggi compiuti dalle persone e dare voce ai risvolti tanto storici, quanto umani e personali, dell’esperienza migratoria.
La mostra rappresenta l’esito del programma europeo “READ-ME 2: Réseau européen des Associations de Diasporas & Musées d’Ethnographie”, progetto di museografia partecipativa finalizzato alla costruzione di una rete tra associazioni della diaspora e musei di etnografia.
Il progetto vede la luce nel 2007, per iniziativa del Musée royal de l’Afrique centrale di Tervuren (Bruxelles) in collaborazione con il Musée du Quai Branly di Parigi, l’Etnografiska Museet di Stoccolma e il Museo Nazionale Preistorico Etnografico “L. Pigorini”. Sulla scia della successo della prima fase, il Museo Nazionale Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini” si fa promotore della seconda – READ ME 2 – , con la rinnovata collaborazione dei musei di Bruxelles e Parigi, cui si aggiunge il Museum für Völkerkunde di Vienna.
La mostra, che apre tale progetto al pubblico, vuole proporsi come spazio di confronto e dialogo sui temi dell’immigrazione e della cittadinanza attiva: il carattere partecipativo e dialogico del progetto si è eplicitato nel concorso “Idee migranti”, un invito rivolto al pubblico a presentare proposte di installazioni, performances e iniziative sui fenomeni migratori contemporanei e i diritti di cittadinanza, che andranno a far parte della mostra, aprendo così un ulteriore spazio di confronto pubblico.
«L’obiettivo di READ-ME 2 – afferma Vito Lattanzi, coordinatore del progetto – è restituire valore soggettivo agli oggetti, interrogandoli attraverso la mediazione dei migranti contemporanei, cioè di coloro che vi possono riconoscere le tracce della propria memoria culturale. In READ-ME 2 il processo di coinvolgimento delle diaspore europee nella vita dei musei di etnologia è stata un’esperienza di straordinario arricchimento reciproco, che nella mostra di Roma trova la possibilità di presentare una nuova immagine concreta, contemporanea e condivisa di patrimonio culturale, alla luce degli odierni scenari in cui ci troviamo a vivere ogni giorno».