Chiedono l’apertura di centri di transito e soluzioni abitative concertate, le persone sgomberate lo scorso lunedì mattina da quella che di fatto era una baraccopoli di via delle Messi d’Oro, a Ponte Mammolo. Ma, ancora prima, chiedono la gestione dell’emergenza creata dalle ruspe, che in pochi minuti hanno distrutto tutto (ne abbiamo parlato qui). Sì perché dopo lo sgombero, repentino e senza preavviso, molte persone stanno ancora dormendo davanti all’ex campo, ossia nel parcheggio di fronte alla stazione metro Ponte Mammolo. Senza alcun tipo di assistenza istituzionale: nessun gazebo della Protezione civile, nessun intervento sanitario della Asl, nessuna visita di rappresentanti del municipio, o del comune. Gli unici aiuti arrivano in maniera volontaria da movimenti, associazioni e singoli cittadini del quartiere: coperte, cibo, assistenza sanitaria.
La soluzione prevista dal comune, ossia il trasferimento delle persone nel centro di accoglienza Baobab di via Cupa, non è condivisa dai diretti interessati. E così, al momento il centro non ospita i cittadini eritrei stanziali, che hanno preso parte alla delegazione che ieri ha incontrato il neo prefetto Franco Gabrielli, l’assessora alle politiche sociali del Comune di Roma Francesca Danese e il presidente del Municipio IV Emiliano Sciascia. Insieme a loro, rappresentanti di Prime Italia, associazione che da anni promuove attività di sostegno all’interno del “campo, e dei movimenti sociali.
All’interno di Baobab attualmente ci sono una decina di cittadini latinoamericani, anch’essi interessati dallo sgombero – quelli, per intenderci, che a fine febbraio erano stati visitati da Papa Francesco -, e molti eritrei transitanti. Gli stanziali restano invece nel parcheggio: il Baobab lo conoscono e ne denunciano una pessima gestione. “Chiedono, dopo più di dieci anni di presenza regolare in Italia – afferma L., operatrice di Prime – di poter avere accesso a una soluzione abitativa adeguata”. O almeno a percorsi di inserimento sociale: quelli che sarebbero dovuti seguire alla prima accoglienza, ma che non sono mai arrivati, stiamo parlando, lo ricordiamo, di persone titolari di permesso di soggiorno per protezione umanitaria o sussidiaria (sulla cattiva gestione dell’accoglienza Passpartu ha effettuato un’intera puntata radiofonica, che riproponiamo qui https://www.cronachediordinariorazzismo.org/il-naufragio-dellaccoglienza-e-la-morte-del-diritto-dasilo/).
“E’ necessario aprire centri per transitanti e capire come gestire la presenza di persone che in più di dieci anni di permanenza sul territorio italiano sono state assistite solo da associazioni del privato sociale, senza aver mai visto un rappresentante istituzionale”, afferma L., che però precisa: “Ora, però, è urgente che il Comune si adoperi per tamponare l’emergenza creata. Abbiamo chiesto, ad esempio, l’apertura dei bagni dell’Atac, presenti nel parcheggio: ci è stato risposto che non c’è questa possibilità. Ci sembra ci sia una totale mancanza di volontà politica a dare soluzioni rapide alla situazione”.
La delegazione è stata lasciata con la promessa di risolvere la questione nei prossimi giorni. Le persone restano in attesa: intanto, si apprestano a passare la quarta notte nel parcheggio.
Clicca qui per leggere il comunicato congiunto delle associazioni sullo sgombero di Ponte Mammolo