
E’ stato identificato la mattina del 20 Giugno Frederick Akwasi Adofo, il clochard 43enne ghanese, brutalmente ucciso in un pestaggio.
Sono ancora ignote le cause dietro l’omicidio, ma le immagini riprese dalle telecamere sembrano essere state decisive per svelare l’identità degli aggressori: due giovani di 16 anni.
Nella notte fra il 18 e il 19 giugno, in via Principe di Piemonte, davanti al supermercato Piccolo due giovani hanno aggredito l’uomo il quale, come ripreso dalle immagini, è fuggito agonizzante in un cortile dove è stato ritrovato la mattina dopo in fin di vita. Invano sono stati chiamati i soccorsi: giunto all’ospedale di Nola, l’uomo si è spento a causa delle gravissime lesioni riportate a seguito del pestaggio.
Dario Del Porto, in un articolo per la Repubblica, lo descrive attraverso gli occhi dei cittadini e le cittadine che lo conoscevano: un uomo che, come tantissime persone migranti, ha dovuto affrontare il deserto, il lager libico e il Mediterraneo prima di giungere in Italia, che nel 2012 ha conseguito la licenza media e nonostante le vicissitudini della vita lo abbiano spinto in mezzo alla strada, ciò non ha impedito alla comunità di volergli bene. La stessa che il 20 Giugno, nel giorno in cui viene resa nota l’identità di quel clochard brutalmente ucciso il giorno prima, ha organizzato una fiaccolata davanti al supermercato in cui è avvenuta l’aggressione.
Eppure, non parliamo di un caso isolato: “È successo già altre volte e nessuno di noi ha mai fatto qualcosa perché non arrivasse il peggio. Purtroppo, il peggio è arrivato”. Sono queste le parole che si trovano scritte in una lettera anonima, vicino alla panchina che Frederick Akwasi Adofo utilizzava spesso per dormire. Più di una volta l’uomo ha infatti subito aggressioni, ma non si sa se l’ultima, quella che purtroppo è stata fatale, è collegata agli eventi precedenti.
Le indagini sono ancora in corso: gli inquirenti dopo aver focalizzato l’attenzione sul quartiere Parco Piemonte, sono due giovani di 16 anni. Siamo, dunque, in attesa che venga fatta giustizia e soprattutto chiarezza nel rispetto dell’ennesima persona straniera in condizioni di marginalità uccisa.
Uccisa da due giovani quasi fosse un diletto; uccisa brutalmente senza possibilità di potersi difendere. Non è ancora possibile parlare con certezza e in maniera esplicita di razzismo, ma è necessaria una seria riflessione su come le violenze strutturali vadano a colpire nel peggiore dei modi proprio quelle persone che vivono l’intersezione di varie oppressioni, che intrecciano il razzismo con la povertà o con l’esclusione sociale, come nel caso di Frederick Akwasi Adofo o di Alika Ogorchukwu, ucciso quasi un anno fa a Civitanova Marche.
Un’altra fiaccolata è stata annunciata dal Parroco della chiesa San Francesco che lo vuole ricordare oggi alle 20.30. Nel frattempo, ci stringiamo al dolore della comunità di Pomigliano d’Arco.
Rest In Power Frederick Akwasi Adofo.
Foto originale di Roman Bonnefoy, fonte Wikipedia