Tremila euro: questo il prezzo richiesto per il rilascio di un permesso di soggiorno (falso). A richiederli, un gruppo di persone che avevano trasformato un piccolo ufficio nella periferia di Milano in una finta sede per il rilascio dei permessi di soggiorno e per l’acquisizione delle impronte digitali.
La truffa, che andava avanti da almeno dieci anni, è stata scoperta dai carabinieri, dopo che diversi cittadini di origine straniera, fermati per dei controlli, hanno mostrato quelli che credevano essere i documenti in regola.
Da qui sono partite le indagini, che hanno portato all’arresto di una donna italiana, un ex carabiniere e due cittadini senegalesi che fungevano da procacciatori di clienti.
Secondo il comandante Tullio Mastrangelo, le persone truffate sarebbero un migliaio, per un giro d’affari di due milioni e mezzo di euro. “Gli arrestati – sottolinea il pm Ester Nocera – che definirei dei veri sciacalli, hanno sfruttato in modo bieco e cinico i bisogni di gente disperata”.