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Cronache di ordinario razzismo

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“Mare nostrum”: una missione militare per niente “umanitaria”

15 Ottobre 2013

download (4)“Abbiamo dato il via all’operazione Mare Nostrum”. Lo annuncia il vice Presidente del Consiglio e Ministro dell’Interno Angelino Alfano, al termine del vertice convocato ieri dal premier Enrico Letta.
“L’emergenza è a minuti, non si possono aspettare decisioni a marzo o aprile”, affermava Letta venerdì scorso a Venezia, nell’ambito del forum organizzato dal quotidiano La Repubblica. Con l’obiettivo dichiarato di “mettere in condizione il Mediterraneo di essere un mare più sicuro”, Letta convocava dunque ieri pomeriggio il vertice con i ministri della Difesa, degli Esteri e dell’Interno.

La missione decisa durante il vertice di ieri sembra però avere come obiettivo prioritario il controllo delle frontiere, più che la sicurezza delle persone che fuggono utilizzando la via del mare, almeno stando a quanto dichiarato dai ministri in conferenza stampa. “Abbiamo tre livelli per affrontare i flussi migratori – afferma il ministro Alfano – un livello estero, di cooperazione internazionale e di cooperazione di polizia per fare di tutto perché non partano le navi di morte. Il secondo livello è quello del controllo della frontiera europea. Il terzo livello superati i primi due è il tema dell’accoglienza, che riguarda il nostro paese”. La missione “militare-umanitaria”, come definita dal ministro Mauro, si pone secondo Alfano “nel livello marino di protezione della frontiera attraverso i nostri mezzi militari”.

La missione sembra voler essere anche un segnale che l’Italia manda all’Europa, “un esempio” come afferma Mauro, anche in prospettiva dell’avvio, il prossimo 2 dicembre, di Eurosur, nuovo sistema di sorveglianza delle frontiere terrestri e marittime votato giovedì scorso – insieme al rafforzamento di Frontex – dal parlamento dell’Unione europea. Come sottolineato dallo stesso ministro della difesa, “il regolamento di Eurosur prevede sostegni agli stati membri che facciano impiego e messa a punto di strategie di azione che vadano in quel senso”. Il senso è, appunto, il controllo delle frontiere.

Ma in cosa consisterà, in concreto, “Mare Nostrum”?

“Rafforzamento del dispositivo di sorveglianza e soccorso in alto mare, che noi andiamo a incrementare per aumentare il livello di sicurezza della vita umana e il controllo dei flussi migratori mediante l’impiego di una serie di mezzi e dispositivi”, spiega Mauro, elencando i nuovi mezzi a disposizione, tra cui una nave anfibia, velivoli con strumenti ottici a infrarossi e radar, quattro unità navali, sistemi a pilotaggio remoto (i cosiddetti droni).

Il tutto, ovviamente, avrà una ricaduta sul piano economico: “Con l’attuale dispositivo attualmente spendiamo 1 milione e mezzo al mese, potenziando si spenderà di più”, spiega Mauro, specificando però che il costo è giustificato dall’obiettivo, ossia “il massimo della sorveglianza possibile”. Anche Alfano insiste su questo aspetto: “Il punto di fondo è che l’Italia rafforza la protezione della frontiera esterna. E quando si calcolano i costi bisogna capire quali sarebbero i costi che il paese si troverebbe a sostenere in assenza di questa missione”.

Riassumendo: Frontex verrà incrementata, sarà avviata l’operazione di controllo delle frontiere Eurosur, e l’Italia mette in moto “Mare Nostrum”. Il motivo di questi molteplici aumenti dei controlli è ripetuto come un mantra da tutti i politici, nazionali come europei: “Solo con un sistema pan-europeo di sorveglianza delle frontiere, saremo in grado di evitare che il Mediterraneo diventi un cimitero per i rifugiati che cercano di attraversarlo su carrette del mare, in cerca di una vita migliore in Europa”, spiegava giovedì scorso il liberaldemocratico olandese Jan Mulder, relatore del testo di Eurosur.

Quello che sembra palese, piuttosto, è la volontà di militarizzare ancora di più le frontiere e impedire l’arrivo delle persone: un aspetto sottolineato da Human Rights Watch che, insieme ad altre organizzazioni umanitarie, ha parlato di “mani sporche della Ue”, poiché “rendere i controlli più rigidi non fa altro che modificare – allungandole e rendendole spesso più pericolose – le rotte migratorie”.

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Filed Under: News Tagged With: alfano, conferenza stampa, coste, droni, eurosur, Frontex, frontiere, immigrati, letta, mare nostrum, mezzi militari, militare, missione militare, missione umanitaria, nave madre, rifugiati, vertice

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