Si fanno vedere subito le prime conseguenze del fallimento della riunione dei ministri dell’interno europei di ieri, che è riuscito a trovare un accordo solo sul rafforzamento delle politiche di rimpatrio (qui dettagli). Le riunioni europee si susseguono senza produrre alcuna soluzione concreta, lasciando così spazio a scelte nazionali preoccupanti che ci ricordano tempi bui. “I paesi dell’Ue cercano una soluzione, ma l’Ungheria non può permettersi di aspettare più a lungo”, ha affermato il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto, annunciando la costruzione di un muro alto 4 metri lungo tutto il confine con la Serbia. “Un tratto di confine lungo 175 km, la cui chiusura fisica potrà essere realizzata con una recinzione alta quattro metri. Il ministro dell’Interno ha ricevuto l’ordine di costruirla”. Una decisione arrivata dopo la dichiarazione del premier Viktor Orban, che la settimana scorsa annunciava la chiusura del confine per impedire l’arrivo di migranti.
L’Ungheria sta seguendo il modello bulgaro: la Bulgaria sta già costruendo, al confine con la Turchia, una recinzione di 160 chilometri fatta di reti metalliche e filo spinato. Secondo il programma, ogni 100 metri ci dovrebbe essere un soldato di guardia. La prima frazione della recinzione, di 30 km, è stata completata lo scorso settembre lungo il tratto di confine con la Turchia, uno tra quelli attraversati più frequentemente da migranti e profughi.