di Grazia Naletto
Nelle nostre piccole e brevi vite incontriamo molte persone.
Alcune lasciano il segno più di altre.
Puoi non vederle per molti anni, ritrovarle, parlarci per ore e sentirle vicine come se le avessi viste il giorno prima.
Marco Calabria è una di queste.
Sapere che non c’è più è un dolore profondo.
E’ molto difficile trovare le parole giuste per ricordarlo, perché la storia personale si intreccia strettamente con quella collettiva.
Quando appena laureata risposi a un annuncio di lavoro pubblicato su Il Manifesto, fu lui che mi trovai davanti nel colloquio che svolsi presso il piccolo ufficio della Poster 91 di Firenze. Non mi scelse subito, preferì un venditore di camicie, sicuramente più adatto a vendere pubblicità di una neolaureata in Scienze Politiche. Poi il prescelto si fece indietro e Marco mi chiamò, dicendo che sapeva che volevo fare altro, ma che per questo c’era tempo.
Qualche anno dopo, fu sempre lui a propormi di venire a Roma e a farmi conoscere Lunaria. Stava fondando una nuova rivista. Si chiamava Onde lunghe. Interamente ideata e prodotta da una redazione di volontari, aveva l’ambizione di mettere in rete i movimenti. Il sottotitolo era chiaro: Eventi e movimenti di pace, ambiente e solidarietà. A idearla Marco, Giulio Marcon e Mario Pianta.
Onde lunghe è stata una delle esperienze più belle fatte insieme. Ebbe vita breve, ma non ha mai cessato di ispirare il lavoro di Lunaria. E Marco l’ha portata sempre con sé. Nel suo lavoro di giornalista a Il Manifesto, nell’avventura di Carta e dei suoi Cantieri sociali, poi nella bella sfida di Comune-info.
Marco ci lascia molto.
L’antirazzismo convinto, non urlato, praticato giorno dopo giorno.
Un’idea della politica visionaria e rivoluzionaria, più fiduciosa nella costruzione dei piccoli cambiamenti dal basso che nella possibilità di conquistare o anche solo di cambiare il potere. Una pratica dell’informazione totalmente eccentrica, sottratta al consumismo degli scoop usa e getta, al personalismo esibito e sensazionalistico, al conteggio dei clic di gradimento.
Marco ha dedicato la sua vita al giornalismo. Un filo rosso lega tutte le iniziative editoriali di cui è stato protagonista: l’attenzione a quelle onde corte che spesso nella totale invisibilità cambiano il mondo dal basso, senza aspettare che chi sta in alto cambi rotta.
Buon viaggio Marco
Un abbraccio ai familiari e agli amici di Comune-info