Ieri, 22 gennaio, l’associazione 21 luglio ha presentato l’”Agenda rom e sinti. Dall’ossessione securitaria alla solidarietà responsabile: 6 punti per voltare pagina a Roma”.
Il documento, che rappresenta una “carta di impegni” per mutare le politiche rivolte ai cittadini rom e sinti della capitale, suggerisce un percorso di superamento dei “campi nomadi” e la chiusura, nell’arco di cinque anni, degli otto “villaggi attrezzati” di Roma.
Partendo dall’analisi delle politiche adottate sino ad oggi, centrate sull’emergenza e troppo spesso legate a una visione stereotipata e pregiudiziale dei cittadini rom, l’Associazione 21 Luglio evidenzia, le principali criticità e avanza delle proposte. Secondo l’associazione, nonostante il “discorso pubblico” sulle condizioni dei cittadini rom sia spesso sviluppato con toni allarmistici, “le comunità rom presenti nelle diverse tipologie di ‘campi nomadi’ rappresentano a Roma una percentuale della popolazione intorno allo 0,24%, una delle più basse in Europa”. Un dato che sottolinea l’incoerenza dei toni e dei continui richiami mediatici e politici a una supposta “mancanza di sicurezza” associata alla presenza delle comunità rom in città.
Esaminando poi le politiche messe in atto a Roma dalle varie amministrazioni, l’associazione rileva che “negli ultimi 20 anni le politiche locali sono state segnate da azioni rivolte alle comunità rom e sinte caratterizzate da insuccessi e fallimenti sul piano dell’integrazione, e hanno invece rafforzato la segregazione e la discriminazione”, portando alla creazione di “un contesto di emarginazione sociale a forte rischio devianza e quindi gravemente penalizzante”.
L’associazione propone un’agenda articolata in sei punti per creare una politica locale diversa, “non segregante né assistenzialista”, il cui “nucleo centrale è il riconoscimento del diritto all’alloggio adeguato che vada oltre il campo”.
L’Agenda verrà sottoposta, da qui alle elezioni comunali, alle forze politiche, ai candidati sindaci e ai rappresentanti del terzo settore, al fine di richiedere una formale adesione.
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