
Fra i reati ipotizzati, oltre al sequestro di persona e l’abuso in atti d’ufficio, quello di tortura. I presidenti delle due Associazioni, infatti, denunciano che la permanenza prolungata a bordo di un’imbarcazione inadeguata ad ospitare un elevato numero di persone – per di più in condizioni psicofisiche pessime, in grave stato di denutrizione, affette da scabbia e alcune di loro con vistosi segni di torture subite nel corso della prigionia in Libia – sia qualificabile come atto di crudeltà, assolutamente ingiustificato, che ha avuto come effetto diretto quello di prolungare e aggravare la sofferenza dei naufraghi.
Le norme di diritto internazionale obbligano i soccorritori a sbarcare i migranti in un luogo sicuro nel più breve tempo possibile. Nel caso della nave Diciotti questo termine è stato prolungato illegittimamente, al solo scopo di favorire una trattativa ricattatoria nei confronti degli altri Paesi europei tenendo le persone in ostaggio, sottratte all’esercizio dei diritti fondamentali e all’accesso alle cure mediche di cui hanno bisogno.
Le due Associazioni chiedono un immediato intervento dell’autorità giudiziaria al fine di porre termine alle sofferenze dei 150 migranti illegittimamente trattenuti a bordo della nave Diciotti, di ricostituire lo stato di diritto e individuare i responsabili di tali atroci delitti.
Borderline Sicilia Onlus – Rete Antirazzista Catanese