Steccato di Cutro 26 febbraio 2023.
Canale di Sicilia, 18 aprile 2015.
Lampedusa, 11 ottobre 2013.
Baia dei Conigli (Lampedusa) 3 ottobre 2013.
Canale di Otranto. 28 marzo 1997.
Porto Palo di Capo Passero 24-25 dicembre 1996.
Le stragi di migranti nei nostri mari non si contano più.
Migliaia i bambini, le donne e gli uomini partiti e mai arrivati sulle nostre coste.
A Steccato di Cutro sono stati recuperati per ora i corpi inermi di 62 persone. 14 bambini. 83 le persone che si sono salvate. Molte altre quelle ancora disperse. Venivano dal Pakistan, dall’Afghanistan, dalla Siria, dall’Iran, dalla Palestina e persino dalla Somalia.
Le immagini che mostrano quei corpi coperti sulla spiaggia fanno male. Squarciano l’assuefazione colpevole e penosa che ha reso invisibili i corpi sommersi e mai salvati dei migranti che hanno continuato a partire, anche quando non si è parlato di loro, sperando di raggiungere l’Europa.
Quell’Europa che li rifiuta. Quell’Europa che non li vede e non vuole vederli e per questo si ingegna ormai da anni per tenerli lontani, per non farli partire.
Quella di ieri non è una tragedia, è una strage preannunciata. Più precisamente premeditata.
E i responsabili vanno cercati innanzitutto nelle istituzioni nazionali ed europee che non da ora hanno deciso che quelle vite non valgono.
Questa è la semplice e terribile verità nascosta dietro la retorica stucchevole del “cordoglio” ufficiale che segue questa strage così come ha seguito tutte le altre. Questo nascondono le ciniche, fredde e burocratiche definizioni che identificano nel “contrasto dell’immigrazione illegale”, nella “sorveglianza e protezione delle frontiere”, nella “cooperazione con i paesi terzi”, le priorità delle politiche migratorie europee e nazionali.
Questo e non altro significa il Patto europeo su migrazione e asilo rievocato dalla presidente della Commissione Europea proprio per commentare la strage.
Questo e non altro significano la scelta di non varare una missione pubblica di ricerca e soccorso dei migranti in mare, ostacolare il lavoro delle Ong, comprare la collaborazione del governo turco (sei miliardi di euro) per barricare i muri della Fortezza Europa e mantenere in piedi un accordo con il Governo libico per fermare le partenze e sorvegliare i mari.
Le dichiarazioni della Presidente del Consiglio e del ministro dell’Interno italiani si distinguono per spietatezza e disumanità. Ma possono essere pronunciate oggi in modo così diamantino perché chi in precedenza avrebbe dovuto cambiare rotta aprendo vie di ingresso legali, garantendo il diritto di chiedere asilo, varando missioni di ricerca e soccorso in mare non l’ha fatto.
Unica eccezione la missione Mare Nostrum varata dal Governo italiano nel 2013 dopo la morte di 368 migranti a Lampedusa. Permise di salvare la vita di 150mila migranti, ma fu chiusa appena un anno dopo.
Fermiamo le stragi, lo abbiamo detto, ripetuto e gridato per molto tempo.
Inascoltati.
Oggi torniamo a ripeterlo con un grido disperato di dolore per le vite spezzate dall’ottuso cinismo di chi ha il potere e i mezzi per salvare molte vite e non lo fa e criminalizza chi mantiene uno scampolo di umanità.