
Sabato 15 Marzo e domenica 16 Marzo si è svolta la due giorni organizzata dal Network Against Migrant Detention (NAMD), una rete transnazionale che unisce moltissime realtà italiane e alcune realtà europee che si occupano di detenzione amministrativa. La rete nata con l’assemblea di Bologna il 13 ottobre e la successiva mobilitazione transnazionale in Albania il 1 e il 2 dicembre.
Il 15 Marzo a Spintime, Roma, si è svolta una lunga assemblea in cui si è discusso sui prossimi passi mobilitativi, alla luce di un’estrema destra che in vari stati fa del termine “remigrazione” la sua parola d’ordine e si adopera di ulteriori strumenti atti a consolidare l’uso della detenzione amministrativa nei confronti delle persone migranti. Realtà da ogni parte d’Italia e d’Europa hanno raccontato le iniziative messe in campo fino ad ora e quelle in programmazione, capendo come mettere a sistema le varie piazze contro la detenzione amministrativa, in particolare in vista dell’anniversario della pubblicazione del Nuovo Patto Europeo su Asilo e Immigrazione, reso pubblico il 10 aprile dello scorso anno e adottato il mese successivo – 14 maggio -dal Consiglio europeo.
Il 16 Marzo invece si è scesi in piazza, davanti al CPR di Ponte Galeria. La manifestazione, svoltasi in concomitanza dell’ingresso della deputata Rachele Scarpa insieme ad una delegazione di attiviste della rete NAMD, ha ribadito la necessità di chiudere i Centri di Permanenza per il Rimpatrio ed ogni struttura detentiva per persone migranti, rivendicando nei vari interventi il diritto al movimento. Ma non solamente interventi politici, si è cercato di mostrare vicinanza, in varie lingue come gli auguri alle persone detenute di fede musulmana attualmente in Ramadan o un intervento di conforto in lingua albanese con la consapevolezza che si sta lottando contro questo orrore in Italia e Albania. Sono anche stati portati dei pacchi di assorbenti per le detenute all’interno della sezione femminile – l’unica in tutta Italia, con una capienza di cinque posti – “Questo non abbellirà l’inferno dei CPR, ma consegnare degli assorbenti è un atto politico e di sorellanza” dichiara un’attivista, ricordando poi come la detenzione femminile nei confronti delle donne migranti sia l’apice di un sistema in cui si intersecano molteplici oppressioni come quella patriarcale, quella di classe e quella razzista. Il presidio si conclude intorno alle 14.30, con la promessa di ritornare davanti a quelle mura, di continuare a trovare un punto di contatto con le persone detenute a Ponte Galeria, la cui struttura è isolata dalla città, ma anche con tutte le altre persone attualmente detenute nei CPR, specialmente nel Mezzogiorno, dove si riscontra una maggiore difficoltà mobilitativa.
Sono molte le sfide all’orizzonte per il Network Against Migrant Detention, soprattutto nell’ambito delle politiche migratorie: vedere la nascita di una rete transnazionale antirazzista sicuramente è un passo importante.