Amnesty International Italia ha pubblicato i risultati della sua ricerca “Il Barometro dell’odio”, giunto alla sua quinta edizione e dedicato quest’anno alla riforma della legge della cittadinanza, quanto mai urgente a 30 anni dalla sua emanazione. La ricerca, svolta tra settembre e ottobre 2021, ha preso in analisi oltre 27.000 contenuti unici, tra post/tweet e relativi commenti di 24 pagine/profili pubblici appartenenti ad esponenti politici, testate giornalistiche e operatori della comunicazione, attivisti, personaggi del mondo della cultura. Dall’analisi è emerso che della riforma della legge 91/1992 si parla molto poco e in maniera prevalentemente polemica: su 10 commenti che toccano questo tema quasi 8 hanno accezione negativa (76,5%) e più di 1 (14,8%) è offensivo e/o discriminatorio o hate speech. Gli “hater” guardano agli italiani senza cittadinanza come a degli stranieri, complice un dibattito che talvolta associa in modo fuorviante la riforma della cittadinanza ai flussi migratori. Un contenuto su 3 sulla riforma verte anche sull’immigrazione e ricorrono spesso toni xenofobi e/o razzisti. Migranti/rifugiati e persone con background migratorio sono al secondo posto tra i bersagli dei commenti offensivi e/o discriminatori o hate speech. Nell’ambito di questa edizione del Barometro dell’odio, inoltre, sono state raccolte inoltre 11 interviste tra persone che sono/sono state direttamente discriminate dalla legge 91/1992.
Allargando lo sguardo alla totalità dei contenuti analizzati in questa edizione viene confermata la tendenza degli anni precedenti: 1 commento su 10 è offensivo e/o discriminatorio o hate speech e restringendo ai soli discorsi d’odio l’incidenza è di 1 su 100. A generare più interazioni da parte degli utenti sono i post/tweet problematici: con una media di quasi 2000 like, poco meno di 500 condivisioni e oltre 500 commenti, dimostrano di coinvolgere gli utenti molto più di quanto non facciano quelli neutri o positivi.
Se migranti, rifugiati e persone con background migratorio sono al secondo posto tra i target più presenti nei commenti problematici, al primo troviamo le donne e al terzo gli individui o le organizzazioni impegnate in attività umanitarie e solidali. Soffermandosi sui soli casi di discorso d’odio tra i commenti degli utenti, troviamo come target preferiti la comunità musulmana, quella rom e migranti/rifugiati/persone con background migratorio. I temi che generano più commenti problematici sono rom (59,4%), immigrazione (37,3%), minoranze religiose (30,8%), lgbtqia+ (28,5%), donne (26,5%).
La ricerca completa “Barometro dell’odio 2022 è disponibile al seguente link.