La STRAGE DI CUTRO non è stato un incidente imprevedibile, ma la conseguenza inevitabile delle politiche di chiusura ed esternalizzazione delle frontiere perpetrate dall’Europa. Quelle persone, adulti e bambini, si potevano e si dovevano salvare!
I governi europei dichiarano di voler impedire le partenze, ma non si impegnano per la realizzazione di canali legali di fuga: pertanto obbligano chi fugge da guerre, persecuzioni, cambiamenti climatici e povertà a rivolgersi ai trafficanti.
A CUTRO e in tutta Italia CHIEDIAMO un’indagine seria che faccia chiarezza su quanto è successo davanti le coste calabresi, sulla catena di comando e sulle responsabilità.
Ma – come da anni facciamo – CHIEDIAMO anche una complessiva e radicale revisione delle politiche migratorie e del regime confinario dell’Unione Europea.
CHIEDIAMO quindi, alle Istituzioni europee e a quelle degli Stati membri, in particolare al Governo e al Parlamento italiani:
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l’attivazione di un sistema europeo e/o nazionale, coordinato ed efficace, di ricerca e soccorso nel Mediterraneo;
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l’eliminazione delle asimmetrie nel diritto alla libertà di movimento delle persone, attraverso la predisposizione di vie di accesso legali all’Europa;
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l’istituzione di corridoi umanitari sicuri, strutturati, capillari e stabili;
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l’attivazione dei visti umanitari previsti dal Regolamento Europeo dei Visti;
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l’interruzione immediata delle violenze e violazioni/crimini di Stato che hanno luogo lungo i confini d’Europa, dalla rotta balcanica, al Mar Egeo, al Mediterraneo Centrale, fino alle enclaves di Ceuta e Melilla e alle rotte via mare verso la Spagna;
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lo smantellamento degli accordi di collaborazione con Paesi terzi (ad esempio la Libia, la Tunisia, la Turchia o il Marocco) finalizzati a favorire il rimpatrio forzato (respingimento);
Ringraziamo la popolazione locale che si è attivata con vera solidarietà nell’accoglienza delle persone sopravvissute. Deploriamo, invece, il trattamento riservato loro dalle Istituzioni: gli alloggi indecorosi, le precarie procedure di riconoscimento, il mancato rispetto del volere delle famiglie riguardo la sepoltura dei loro cari. E la decisione ipocrita e inopportuna di tenere il Consiglio dei ministri sul luogo della strage, per proporre poi misure solamente repressive e totalmente inadeguate ad affrontare il fenomeno della migrazione verso il nostro Paese e l’Europa.
Una politica migratoria alternativa a quella di esclusione, chiusura ed esternalizzazione delle frontiere è possibile ma richiede coraggio morale e un’impostazione genuinamente democratica basata sui diritti dei popoli, che deve essere accompagnata da una nuova economia e da una visione cooperativistica che anteponga il benessere delle persone e del pianeta al profitto di pochi.
CORTEO A PALERMO
SABATO 18/03
CONCENTRAMENTO DAVANTI AL PORTO H17:00
CORTEO VIA CRISPI > PIAZZA XIII VITTIME > VIA CAVOUR
ARRIVO A PIAZZA VERDI, SIT-IN E FLASH MOB