ALLA FINE C’E’ IL CPR: Mobilitazione diffusa contro i lager di Stato e altri strumenti di repressione, respingimento e deportazione delle persone migranti –
CPR – Centri di Permanenza per il Rimpatrio: lager “moderni” in cui si rinchiudono persone solo perché prive di documenti di soggiorno: il modello “avanzato” dei campi di concentramento e deportazione dai quali abbiamo pensato di essere stati Liberati un 25 aprile di tanti anni fa.
Da oltre venti anni esistono i centri di detenzione amministrativa per persone migranti: CPT, CIE, ora CPR; cambiano i nomi, ma restano luoghi da chiudere per sempre, che rappresentano uno stato d’eccezione permanente, a cui si è data una forma “legalmente riconosciuta” con regolamenti interni e bandi di gestione.
I CPR sono l’estremità espulsiva di un apparato digerente che inghiotte, mastica e sputa coloro che osano oltrepassare i cancelli della Fortezza Europa, cancelli che hanno nell’Italia un fedele cane da guardia.
Il CPR risucchia:
chi scampa ai lager di Stato oltremare e ai pattugliamenti delle guardie costiere, finanziati con accordi segreti con dittatori criminali, ai quali anche l’attuale governo “tecnico” si è piegato, plaudente e complice di stupri e torture;
chi sopravvive alle traversate di quella enorme fossa comune che è il Mediterraneo, dopo la criminalizzazione della solidarietà avviata da Minniti e completata da Lamorgese, passando per Salvini con soli due tocchi di maquillage;
chi non viene riconsegnato agli aguzzini di guardia all’accesso della rotta balcanica, da una polizia di frontiera armata di discrezionalità, procedure accelerate e presunzioni di “paesi sicuri”;
chi passa indenne dalle aree sterili degli aeroporti dove, nell’ennesima zona grigia inaccessibile e senza garanzie di difesa, il pretesto per il respingimento è la prassi;
chi supera la segregazione senza diritti della farsa sanitaria delle navi quarantena, degli hotspot e centri Covid fatiscenti;
chi si è creato una vita in Italia ma non riesce a mantenere un documento di soggiorno valido.
Ad attendere chi è scampato al cane da guardia di frontiera c’è infatti un ordinamento che, in ossequio al nuovo patto europeo sulla migrazione e l’asilo, si prepara a svuotare ulteriormente il diritto di asilo e impedisce, ancora oggi, la “regolarizzazione” di chi lascia il proprio paese, specie se lo fa “solo” per un futuro migliore. Mentre i provvedimenti estemporanei venduti come salvifici, come la vergognosa sanatoria del 2020, son congegnati apposta per lasciare invariata una comoda realtà di sfruttamento e ricatto.
I CPR, di tale percorso, sono l’epilogo, la fase terminale espulsiva di un sistema respingente e repressivo, dove alla negazione del diritto e dell’accoglienza si aggiungono la privazione della libertà e l’offesa della dignità personale, prima della rispedizione al mittente.
Come si può vivere in un paese che nel 2021 fonda le proprie politiche su lager di Stato?
Negli anni i CPR sono stati gestiti dai soggetti più diversi: dalla Croce Rossa, alle multinazionali, alle cooperative locali. E si sono ripetuti sequestri di persona, abusi di potere e trattamenti inumani e degradanti: molti gestori sono stati sotto inchiesta, anche nel sistema di accoglienza, e si sono poi riciclati nel business dei CPR.
Assieme ai governi, coloro che contribuiscono alla gestione dei CPR sono COLPEVOLI.
I CPR, per quel che sono e quel che rappresentano, non possono essere migliorati. I CPR non devono esistere.
I CPR vanno chiusi ADESSO, e le politiche di immigrazione integralmente riviste.
“Come nascono i Lager? Facendo finta di nulla”. “C’è ancora un fascismo, non necessariamente identico a quello del passato. C’è un nuovo verbo: non siamo tutti uguali, non tutti abbiamo gli stessi diritti.
DOVE QUESTO VERBO ATTECCHISCE, ALLA FINE C’E’ IL LAGER.” (P. Levi)
24 APRILE
(in aggiornamento):
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