
Ricondividiamo questo comunicato congiunto di Naga e Asgi in merito ad un ricorso collettivo presentato ai danni della Questura di Milano a causa dei ritardi e le difficoltà d’accesso alla procedura di protezione internazionale per i richiedenti asilo.
Il 10 ottobre 2025 è stato presentato al TAR Lombardia un ricorso collettivo contro la Questura di Milano, accusata di ritardi sistematici nell’accesso alla procedura di protezione internazionale.
A promuovere l’azione – volta a migliorare l’efficienza della Pubblica Amministrazione – sono Naga e ASGI, due organizzazioni della società civile impegnate nella tutela dei diritti dei migranti e dei richiedenti asilo.
Cosa prevede la legge (e cosa accade davvero)
Secondo la normativa italiana ed europea, le Questure devono formalizzare la richiesta d’asilo entro tre giorni lavorativi dalla manifestazione di volontà, compilando il modulo C3.
Il termine può essere esteso di massimo dieci giorni solo in caso di arrivi eccezionalmente numerosi, come stabilito dal D. Lgs. 25/2008.
In questa fase, le Questure devono solo raccogliere e registrare la domanda, senza valutarne il merito.
Tuttavia, la Questura di Milano viola sistematicamente questi termini, causando ritardi gravi per i richiedenti.
Un percorso a ostacoli
A Milano, chi vuole chiedere asilo non può recarsi direttamente in Questura: deve fissare un appuntamento tramite enti del terzo settore o sindacati che hanno sottoscritto un Protocollo con la Questura e la Prefettura.
Secondo un monitoraggio del Naga (febbraio–marzo 2025), i tempi medi sono i seguenti:
48 giorni, dalla manifestazione di volontà all’accesso a un ente per la prenotazione del primo ingresso in Questura
85 giorni, dall’accesso all’ente al primo ingresso in Questura
48 giorni, dal primo accesso in Questura alla formalizzazione della domanda d’asilo con modello C3
In totale, oltre 5 mesi di attesa media per poter avviare la procedura d’asilo.
Un problema che riguarda tutta l’Italia
Quello di Milano non è un caso isolato.
Prassi illegittime, inefficienze e ritardi da parte delle Questure nell’accesso alla procedura d’asilo sono ampiamente documentati a livello nazionale.
A marzo 2025, due ricorsi analoghi sono stati presentati al TAR del Veneto contro le Questure di Venezia e Vicenza.
Le conseguenze per chi chiede protezione
Quando le Questure non registrano tempestivamente la domanda d’asilo, le conseguenze per le persone richiedenti asilo sono gravi e immediate.
Senza la ricevuta o il permesso per richiesta d’asilo:
• si rischia l’espulsione dal territorio nazionale
• si viene esclusi dal sistema di accoglienza (molte persone dormono all’addiaccio)
• non ci si può iscrivere al Servizio Sanitario Nazionale
• non si può lavorare né registrarsi all’anagrafe
Le richieste di Naga e Asgi
Attraverso il ricorso depositato, Naga e ASGI chiedono al TAR di ordinare alla Questura di Milano di:
• ripristinare la piena funzionalità amministrativa,
• rispettare i termini di legge,
• e garantire i diritti fondamentali delle persone che intendono chiedere
protezione.










