
Da un lato la Global Sumud Flotilla, dall’altro f.lotta: due iniziative diverse, ma che testimoniano entrambe come il mare – in particolare il mar Mediterraneo – sia uno spazio politico in cui praticare resistenza. Dal tentativo della Flottila di bloccare l’assedio a Gaza portando aiuti umanitari alla denuncia da parte del’iniziativa di f.lotta di evidenziare come l’atto del migrare sia un atto di resistenza ed autodeterminazione a venir messi in discussione sono le politiche di difesa dei confini e il diritto internazionale che ancora tutela la sovranità degli Stati e non le persone. Se questi due dispositivi di potere, portatori di colonialità, opprimono e imobilizzano la vita delle persone, i luoghi in cui i corpi transitano, le soglie di attraversamento dei confini, diventano spazi di resistenza politica. E così, è per il Mar Mediterraneo.
Questo tema viene affrontato più attivamente da Enriga Rigo e Tatiana Montella in questo articolo per Jacobin che segnaliamo di seguito.