
Il mondo dell’informazione tende ad occuparsi meno delle migrazioni e della popolazione di origine straniera presente nel nostro paese. Nei primi dieci mesi del 2022, sono 1.310 le notizie fornite nei TG di prima serata di Rai, Mediaset e La7 (il 14% in meno rispetto al 2021). Rappresentano il 3,7% del totale delle notizie dei TG.
Sono invece 563 i titoli di prima pagina dedicati alle migrazioni da parte dei 6 quotidiani nazionali monitorati (Avvenire, Il Giornale, La Stampa, La Repubblica, Il Corriere della Sera, il Fatto quotidiano), il 17% rispetto al 2021.
E’ quanto rileva l’associazione Carta di Roma nel suo rapporto “Notizie dal fronte”, presentato ieri a Roma, un rapporto che alla sua decima edizione, coglie l’occasione per approfondire l’analisi longitudinale lungo l’arco dell’ultimo decennio (2013-2022).
La tendenza ad una diminuzione della visibilità mediatica dei migranti, dei richiedenti asilo e dei rifugiati era stata già registrata a partire dal 2020, quando la pandemia ha iniziato a invertire l’ordine delle priorità dell’agenda pubblica e politica, ma quest’anno, al decremento quantitativo sembra accompagnarsi anche un mutamento qualitativo: cambiano infatti rispetto agli anni precedenti gli aspetti delle migrazioni maggiormente raccontati sui media e sono più presenti i diretti protagonisti delle migrazioni.
Tra i fattori principali che hanno determinato questo mutamento qualitativo, vi è il conflitto in Ucraina che sembra aver contribuito a smorzare i toni allarmistici e la tradizionale concentrazione dell’attenzione sui flussi migratori e sugli arrivi dei migranti per mare. Il 48% delle notizie dei telegiornali di prima serata è stata dedicata infatti nel 2022 all’accoglienza (non era mai accaduto con questa incidenza in passato), mentre si è occupato dei flussi migratori “solo” il 23% dei servizi (minimo storico dal 2013). Il resto delle notizie dei TG è stato dedicato a criminalità e sicurezza (15%), società e cultura (12%), terrorismo, economia e lavoro e Covid-19, che pesano rispettivamente per l’1%.
Quanto alle voci presenti nei servizi televisivi: per la prima volta le voci dei migranti, dei profughi, dei richiedenti asilo e dei rifugiati attraversano il 20% dei servizi dei TG ed equiparano (quasi) le voci della politica (21%) (si veda pag. 31 del rapporto). Il dato assume tanta più importanza se confrontato con quello degli anni precedenti: prima di quest’anno le voci dei migranti, dei richiedenti asilo e dei rifugiati non hanno mai superato il 6-7% di incidenza; le dichiarazioni politiche presenti nel 31% dei servizi nel 2013, hanno raggiunto un picco nel 2018 (43%) e non sono comunque mai scese sotto il 35% (2021).
Come bene ha evidenziato Valerio Cataldi, presidente di Carta di Roma, “L’analisi di questo ultimo anno di informazione sulle migrazioni, sui rifugiati, sui richiedenti asilo, rivela che c’è un binario parallelo su cui corrono la solidarietà per il popolo ucraino in fuga e l’ostilità in crescita verso i popoli in fuga in arrivo dal Mediterraneo. Un racconto doppio che dimostra quanto sia pervasiva la propaganda politica nel giornalismo italiano. La rivoluzione del linguaggio giornalistico sulle migrazioni, deve aspettare ancora”.
Un tema che nel corso della presentazione ha toccato anche Nello Scavo, giornalista di Avvenire, ricordando come “Quando la guerra in Ucraina è scoppiata e ad un certo momento le frontiere si aprono ma non per tutti, persone con colore della pelle diverso e occhi diversi sono state fermate, è stata fatta una selezione. C’è un tema centrale, ovvero il tema del razzismo, la nostra relazione con chi vediamo diverso da noi.”
Notizie, presenze straniere e arrivi via mare: nessuna correlazione
Giuseppe Milazzo, ricercatore dell’Osservatorio di Pavia e co-curatore del rapporto, ha spiegato come la copertura televisiva delle migrazioni non sia correlata al numero dei cittadini stranieri residenti né al numero di migranti che giungono per mare. L’informazione sembra seguire altre logiche ed essere più condizionata dall’evoluzione del dibattito politico. Non è un caso che il picco della notiziabilità del tema sia stato raggiunto nel biennio 2018-2019, quando le elezioni politiche e le esternazioni dell’allora Ministro dell’interno hanno contribuito a porre le migrazioni al vertice del dibattito pubblico, benché il numero degli arrivi dei migranti via mare fosse di molto inferiore a quello degli anni precedenti.
Nel 2021 e nel 2022, gli sbarchi sono tornati a crescere, eppure la copertura mediatica del fenomeno è rimasta bassa. Nel primo anno hanno continuato a pesare gli effetti della pandemia; nel secondo, l’aggressione russa all’Ucraina ha ribaltato l’agenda del dibattito pubblico favorendo la diminuzione di dichiarazioni politiche allarmistiche, concentrando l’attenzione sull’emergenza vissuta dalle migliaia di cittadini ucraini costretti a lasciare il loro paese e sugli interventi di accoglienza predisposti dall’Italia e dagli altri paesi europei.
“Ucraini” è dunque la parola simbolo scelta da Carta di Roma per il 2022, pur restando l’emergenza permanente la chiave di lettura della comunicazione mediatica sulle migrazioni dell’intero decennio.
Ci siamo davvero “abituati alle migrazioni”?
L’andamento dell’informazione sulle migrazioni ci ha mostrato nel corso degli anni oscillazioni continue tra rimozioni e sovra-rappresentazioni. La maggiore attenzione mediatica ai flussi migratori registrata nei mesi estivi anche nel 2022, in coincidenza con la ripresa degli arrivi per mare, e il dibattito che si è riproposto nel mese di novembre (non analizzato nel rapporto che si ferma al 31 ottobre) attorno alle missioni di ricerca e soccorso dei migranti in mare consigliano prudenza nel fare previsioni.
Solo i prossimi preziosi rapporti di Carta di Roma potranno dirci se davvero l’emergenza umanitaria ucraina è destinata a segnare un cambiamento profondo nel modo in cui il mondo dell’informazione racconta le migrazioni.
Intanto consigliamo la lettura del rapporto, disponibile qui: https://www.cartadiroma.org/wp-content/uploads/2022/12/Notizie_dal_fronte_XRapportoCdR.pdf