L’estate delle Olimpiadi ha portato con sé non solo medaglie, riflessioni sul concetto di performatività o sul genere, ma purtroppo ha riacceso polemiche del tutto infondate sulla cosiddetta “italianità”, che alcune atlete e alcuni atleti azzurri non potrebbero rappresentare. Il casus belli principale è rappresentato dalle dichiarazioni di alcuni politici di destra che hanno criticato i tratti somatici delle azzurre della pallavolo che hanno riportato un risultato storico con la prima medaglia d’oro di sempre per la volley femminile. Ma questo risultato, che è stato omaggiato con un murales a Roma che ritrae Paola Egonu nell’atto di schacciare la palla mentre sul capo campeggia la scritta “italianità”, è stato nuovamente obliato proprio da quello stesso concetto.
Ad oggi, mentre dagli scranni di chi detiene il potere legislativo si apre l’ennesima discussione sulla legge sulla cittadinanza, il concetto di “italianità” ancora legato alla grande menzogna dell’esistenza delle “razze” deve ancora una volta essere decostruito. Daniela Padoan, in questo articolo per il Manifesto che segnaliamo, ricostruisce brevemente questo legame ricentrando nuovamente il problema di una settimana ferragostana che ha avuto come protagonista il razzismo.