 Pubblichiamo, qui di seguito, l’analisi fatta da Carta di Roma su un articolo di martedì 23 giugno uscito sul quotidiano Il Tempo. A partire dal titolo, si evidenzia l’inconsistenza e l’infondatezza delle “informazioni” fornite. Oltre all’uso di numerosi termini stigmatizzanti.
Pubblichiamo, qui di seguito, l’analisi fatta da Carta di Roma su un articolo di martedì 23 giugno uscito sul quotidiano Il Tempo. A partire dal titolo, si evidenzia l’inconsistenza e l’infondatezza delle “informazioni” fornite. Oltre all’uso di numerosi termini stigmatizzanti.
Il Tempo, titoli e disinformazione
«Ogni anno 100mila clandestini in città», titola oggi Il Tempo, aggiungendo nel sommario: «L’esercito di profughi sbarcato a Roma costa all’erario 70 milioni. Poi ci sono i nomadi: in dodici mesi spesi 33mila euro a famiglia».
La confusione inizia ancor prima di leggere l’articolo: chi sono questi centomila? I “profughi”? I “profughi” e i “nomadi” insieme? E per “ogni anno” cosa si intende? Che ogni anno arrivano 100mila “clandestini”? O che vi risiedono? Magari proseguendo la lettura la cifra diventerà più chiara.
Una risposta parziale sembra arrivare fin dalla prima frase: «Sono centomila gli irregolari, i richiedenti asilo, i rifugiati». Certo, per definire “clandestini” (termine giuridicamente scorretto*) richiedenti asilo e rifugiati ce ne vuole di ignoranza (o di malafede?). Con “irregolari”, invece, a chi ci si riferisce? Siamo solo alle prime righe, quindi proseguiamo, qualche risposta potrebbe arrivare più avanti.
Abbiamo capito, anche se solo in parte e con parecchi dubbi ancora in piedi, da chi è composta questa presunta massa di 100mila persone che risiede (o arriva?) a Roma “ogni anno”. Ora ci si aspetterebbe, da un articolo giornalistico, che almeno la cifra su cui è stato costruito il titolo venisse analizzata. Invece niente, anche questa speranza è disattesa.
Le uniche cifre che troviamo sono queste:
– «9764 immigrati accolti di cui 7437 concentrati nella Capitale e i restanti entro i confini della città metropolitana» (accolti quando?)
– «il piano nomadi, 7177 persone censite nel 2009 di cui solo 2241 residenti nei villaggi attrezzati» (e qui, trattandosi di dati del 2009, di nuovo ci si domanda a cosa faccia riferimento “ogni anno”)
Il totale è 16941. Decisamente molto meno di “100mila”.
Unica ulteriore cifra presente nell’articolo che fa riferimento al numero di persone presenti a Roma è 1634: «le domande di asilo registrate negli uffici della Questura di Tor Sapienza […] da gennaio a metà maggio». Non è chiaro se i 1634 richiedenti asilo siano inclusi o meno nei 9764 migranti già indicati sopra. Se non fosse così arriveremmo a un totale di 18575, ancora molto distante dai centomila. Ne mancano ottantamila all’appello.
Dove sono finiti i “100mila” del titolo? Nell’articolo – che offre solo una serie di informazioni confuse, superficiali e tra loro sconnesse – questa cifra non è mai riportata, mentre i pochi numeri forniti non arrivano neppure a un quinto di centomila. Allo stesso modo il riferimento temporale del titolo (“ogni anno”) non è in alcun modo spiegato e, nei dati forniti all’interno dell’articolo, esso non trova alcun senso. La ragione è semplice quanto desolante: centomila è un numero inventato, un numero alto che cattura l’attenzione del lettore e fa sì che prosegua nella lettura. Poco sorprende, dunque, che a esso siano affiancati altri elementi che non trovano una spiegazione (“ogni anno” e “clandestini”).
Un titolo che in ogni sua parte disinforma invece di informare, costruito ad hoc per ingannare chi legge.
Le domande al termine della lettura sono solo aumentate: dov’è finito il dovere di informare? Dove sono l’affidabilità e la credibilità che dovrebbero appartenere a una testata giornalistica?
Per leggere l’articolo del Tempo al quale si fa riferimento cliccare qui.
*Sull’uso improprio del termine “clandestino” si legga qui.










