• Skip to main content
  • Skip to secondary menu
  • Skip to footer
  • Chi siamo
  • Cosa puoi fare
  • Contattaci
  • Archivio
  • La nostra rete
  • Rassegna stampa
  • Media gallery
  • English
  • Nav Widget Area

    • Facebook
    • Instagram
    • Twitter
Cronache di ordinario razzismo

Cronache di ordinario razzismo

Cronachediordinariorazzismo.org è un sito di informazione, approfondimento e comunicazione specificamente dedicato al fenomeno del razzismo curato da Lunaria in collaborazione con persone, associazioni e movimenti che si battono per le pari opportunità e la garanzia dei diritti di cittadinanza per tutti.

  • News
  • Database razzismo
  • Pubblicazioni
  • Libri bianchi
  • Legal points
  • In rete
  • Appuntamenti
  • Progetti

Una lunga protesta invisibile

16 Febbraio 2015

310x0_1424021609680_rainews_20150215183148996Si è tenuta ieri, domenica 15 febbraio 2015, nella piazza di Sant’Antimo, nel napoletano, l’ennesima protesta “contro la schiavitù e per affermare il diritto alla giustizia dei lavoratori che hanno denunciato i loro aguzzini”. L’ennesima, si. Perché si tratta della lunga e complessa vicenda che vede coinvolti, da oltre un anno, alcuni lavoratori del tessile, cittadini bengalesi, che hanno trovato il coraggio di alzare la testa e denunciare la loro condizione di schiavitù e sfruttamento da parte di datori di lavoro senza scrupoli. Questa volta hanno affidato la loro protesta ad una lettera aperta, diffusa grazie all’associazione 3 febbraio (leggi la lettera), che ha sete di giustizia.
La vicenda dei lavoratori bengalesi, sebbene risalga, appunto, a diverso tempo addietro e si protragga a tutt’oggi, non è molto nota alla cronaca nazionale, o per lo meno, non se n’è parlato abbastanza. Già il 9 dicembre 2013, il Corriere della Sera intitolava: “Sartorie lager: parte da Napoli la rivolta contro lo sfruttamento”. Nell’articolo, si parla di ben “centoventi lavoratori del Bangladesh pagati meno di 300 euro al mese da un loro connazionale, che gestisce quattro stabilimenti tessili in provincia di Napoli, tra Sant’Antimo, Casandrino e Grumo Nevano. Turni di lavoro massacranti: dalle 6.30 del mattino alle nove e mezza di sera, sei giorni su sette. La domenica dalle otto di mattina alle cinque di pomeriggio”. All’epoca, un legale aveva deciso di indirizzare all’imprenditore una diffida per degli emolumenti arretrati. E ce lo conferma Giancarlo Petruzzo dell’associazione 3 febbraio, da noi raggiunto telefonicamente.
Nel febbraio 2014, scatta una nuova protesta. Lo racconta anche il Corriere delle Migrazioni, denunciando lo stesso e immutato sfruttamento dell’anno precedente: “Quattordici ore di lavoro al giorno, senza pause. Dal lunedì al sabato, si inizia alle 6.30 del mattino e ci si ferma alle 20.30. Lavorano anche la domenica, gli schiavi di Sant’Antimo: dalle otto di mattina alle cinque di pomeriggio. La paga non supera mai i tre euro all’ora”. «In qualche caso, abbiamo anche saputo di padroni che, per ricattare i propri dipendenti, sequestrano loro il passaporto per impedirgli di muoversi e cercare lavoro altrove», precisa ancora Gianluca Petruzzo. Un video pubblicato su Youtube testimonia la protesta di quei giorni.
Anche l’Asgi, con un comunicato, decide di sostenere i lavoratori bengalesi «in ogni iniziativa e percorso giudiziario si voglia intraprendere e auspica che, in una corretta interpretazione della normativa esistente, vengano rilasciati alle vittime di tali gravi condotte gli speciali permessi di soggiorno per motivi di protezione sociale ai sensi dell’art. 18 D.Lgs. 286/98 (Testo Unico Immigrazione), ovvero quelli per motivi umanitari previsti dall’art. 22 co. 12quater D.Lgs. 286/98». Cosa che effettivamente, nel giugno 2014, avviene per i primi cinque cittadini bengalesi che hanno avviato la protesta.
E così, nel corso del 2014, si susseguono numerose assemblee-manifestazioni fino a giungere a quella di oggi. Alla prima causa di lavoro si aggiungono vere e proprie cause penali relative a un fenomeno di tratta: gli operai arrivano dal Bangladesh, con un copione ormai collaudato, in cambio di cospicue somme di denaro, ricevono un visto d’ingresso, un passaggio e la promessa di un lavoro sicuro e ben pagato. Chi non ha il capitale iniziale, “ovviamente”, recupererà una volta in Italia, lavorando gratis, mentre il padrone in questione si occupa di tutto (documenti, alloggio, ecc…).
Ad oggi, il datore di lavoro di questi lavoratori risulta libero, mentre i giovani migranti che lo hanno denunciato sono vittime costanti di numerose minacce e ritorsioni. Da ultimo, una denuncia con false accuse nei loro confronti, per tentare di metterli a tacere e scoraggiarli. La protesta continua e si spera, d’ora in avanti, che colta la gravità dei fatti, venga fatta chiarezza e giustizia.

 

Share on facebook
Facebook
Share on twitter
Twitter
Share on linkedin
Linkedin
Share on pinterest
Pinterest
Share on whatsapp
Whatsapp
Share on email
Email

Filed Under: News Tagged With: Asgi, associazione 3 febbraio, bengalesi, minacce, protesta, Sant'Antimo, schiavitù, sfruttamento

Footer

Contatti

Associazione di Promozione Sociale Lunaria
via Buonarroti 39, 00185 - Roma
Dal lunedì al venerdì, dalle 10.00 alle 17.00

Tel. 06.8841880
Email: info@cronachediordinariorazzismo.org
Iscriviti alla newsletter

Facebook

Cronache Di Ordinario Razzismo

Twitter

Seguici su Twitter
Tutti i contenuti di questo sito, ove non diversamente indicato, sono coperti da licenza Creative Commons | Informativa sull'uso dei cookies
Gestisci Consenso Cookie

Questo sito fa uso di cookie, anche di terze parti, ma non utilizza alcun cookie di profilazione.

Funzionale Sempre attivo
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Gestisci opzioni Gestisci servizi Gestisci fornitori Per saperne di più su questi scopi
Visualizza le preferenze
{title} {title} {title}