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Cronache di ordinario razzismo

Cronache di ordinario razzismo

Cronachediordinariorazzismo.org è un sito di informazione, approfondimento e comunicazione specificamente dedicato al fenomeno del razzismo curato da Lunaria in collaborazione con persone, associazioni e movimenti che si battono per le pari opportunità e la garanzia dei diritti di cittadinanza per tutti.

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Sono “solo” rapine?

21 Marzo 2017

Gli agenti del commissariato Appio-Nuovo di Roma hanno notificato 12 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettanti giovani ritenuti responsabili di diverse rapine in esercizi commerciali siti tra l’Appio e il Tuscolano, fra il 17 e il 20 gennaio scorso. Tre i maggiorenni, neanche ventenni, che erano anche i referenti del gruppo, ora agli arresti domiciliari, il resto tutti minorenni, tra i 14 e 17 anni, fra i quali anche una ragazza, sottoposti ora alla misura di permanenza a casa. Entravano tutti in gruppo nelle attività commerciali, e poi si dividevano i compiti: immobilizzare il negoziante, picchiarlo, rubare merce e denaro contante. Ad incastrarli, secondo quanto riferito dalle forze dell’ordine, è stato proprio il loro “modus operandi” e l’abbigliamento. Erano riusciti a mettere a segno ben 6 raid in sei giorni, scegliendo come bersaglio le attività commerciali gestite da cittadini stranieri della zona (piccoli supermercati bengalesi o negozi tipici cinesi): “Tornatene al tuo Paese”, “Andate via”, “Non chiamate la polizia o sarà peggio per voi”, avrebbero urlato ad alcune vittime. I reati contestati vanno dalla rapina al furto, dalle percosse al danneggiamento.

“Sono state compiute rapine e aggressioni al fine di procurarsi pochi beni – spiega la Polizia – la cosa importante da sottolineare è la violenza usata nel corso di questi episodi: non hanno esitato assolutamente a pestare le vittime che si trovavano di fronte”.

Altrettanto fondamentale, per arrivare alla loro identificazione, è stata la collaborazione dei negozianti vittime dei raid, aggredite prevalentemente di sera, verso l’orario di chiusura del negozio.

Non è tuttavia un fatto nuovo, questo, specie al Tuscolano, dove già all’inizio di febbraio veniva bloccato un altro gruppo di minorenni (il più grande fra loro di 16 anni) che compiva raid nei negozi di giocattoli, specialmente se gestiti da cittadini stranieri. Sempre nello stesso quartiere, a fine gennaio, veniva aggredito da un gruppo di minorenni un ambulante bengalese: una prima volta con calci e pugni e una seconda volta da un solo ragazzo (minorenne, a detta dei testimoni) armato di bastone, che l’ha usato sul volto del 51enne provocandogli un trauma tale da causargli la perdita dell’occhio.

Eppure, il quotidiano nazionale Il Corriere della Sera, sulla vicenda più recente, tiene a precisare: “Nel branco, ci sono anche delle ragazze. La banda era multietnica, una sorta di internazionale della paura che univa giovanissimi romani con figli di immigrati nati nella Capitale: fra i destinatari delle misure cautelari figurano infatti brasiliani, argentini, ucraini, egiziani”. E più avanti, riportando uno stralcio dell’intervista a Pamela De Giorgio, dirigente del commissariato Appio, si sottolinea: “Alcuni dei giovani hanno già precedenti, ma sono tutti di buona famiglia, di Ciampino e Roma sud, senza problemi economici. In alcuni casi le vittime sono state insultate con frasi razziste ma non c’è questa pista fra quelle seguite per spiegare il movente dei raid. Sono solo rapine”.

Sorprende il fatto che la “matrice razzista” dei reati sia stata esclusa così facilmente dagli inquirenti, nonostante che tutte le vittime siano cittadini stranieri e nei loro confronti siano state pronunciate frasi razziste.

Sorprende anche il fatto che l’attenzione del Corriere della Sera si sia soffermata particolarmente sull’origine “internazionale” degli aggressori dedicando solo un cenno alla comune origine straniera delle vittime a partire dal titolo dell’articolo: “Gang multietnica rapinava negozi. Il boss: «Con me non si scherza»”.

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Filed Under: News Tagged With: arresti, minori, roma, violenza razzista

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