Ieri, ci è giunta una segnalazione da parte di Luca, un nostro lettore. Un episodio di “ordinario razzismo” a bordo dei mezzi pubblici a Napoli. Un grave episodio al quale Luca ha reagito attivamente in prima persona. E anche per questo lo ringraziamo. Di comune accordo, abbiamo deciso di pubblicare la sua testimonianza affinché possa essere di stimolo e di incoraggiamento a quanti di noi sono testimoni di episodi come questo ogni giorno.
Oggi ho avuto la grande sfortuna di assistere ad un evento che purtroppo non posso definire singolare, poiché è ormai all’ordine del giorno nel nostro paese: un episodio RAZZISTA. Erano più o meno le 10:00 di questa mattina, e mi trovavo nella circumflegrea in direzione Montesanto, ed ero seduto in mezzo a due persone di origine straniera, nere, con altre tre (sempre nere, ndr) di fronte tra le quali anche una ragazza poco più che ventenne alla mia destra. Alla fermata di Pianura, uno dei tre ragazzi neri di fronte a me scende, mentre salgono due persone, una signora sulla cinquantina ed un uomo che credo abbia all’incirca una quarantina d’anni. Quest’ultimo sin da subito si distingue poiché, non appena entrato a bordo del treno, sbraita e impreca in dialetto “Muovt a trasì strunz” diretto al suo cane, un meticcio di taglia media che entra nella circumflegrea senza alcun guinzaglio (nonostante il padrone lo teneva in mano e il cane avesse a collo una rudimentale museruola in legno), ed inizia a scorrazzare per tutto il treno. Ad un certo punto, questo cane si avvicina alla ragazza nera, di cui ho parlato prima, che sobbalza dallo spavento e inizia a urlare nella sua lingua. Il padrone inizia, in questo momento, il suo soliloquio razzista dicendo “Ma c bonn sti nir ca venn ca e nun vonn e can nuostr” , che tradotto in italiano dal dialetto napoletano vuol dire: “Ma che vogliono questi neri che vengono qua e non vogliono i nostri cani”. Lui intanto, questa volta con il cane al guinzaglio, si avvicina a noi e, la ragazza nera si alza e va più avanti, il signore si siede nel posto lasciato libero dal ragazzo sceso a Pianura e la cinquantenne si siede al posto della ragazza. Il signore, allora, esclama con aria trionfante “Eh va vatten, però a vnì acopp a barchtiell nun tniv paur eh oh no? Sta negr!” (“eh brava vattene, però a venire con la barchetta non avevi paura eh o no? ‘Sta NEGRA!”). In questo momento non ce l’ho fatta più, non potevo tacere, non potevo e non volevo, ma questo lo spiegherò nei dettagli successivamente. Prima di tutto ho chiamato la ragazza invitandola a sedersi al mio posto visto che ormai il cane era allacciato, lei ovviamente rifiuta e il signore mi dice con molta aggressività “ma lasci’a sta a chell” e io rispondo “ scusi ma se lei ha paura del cane cosa deve fare?”. Lui controbatte dicendo “Ma chell n’adda sta contr e can nuostr” (“lei non deve stare contro i nostri cani!”). Io gli rispondo a mia volta con le lacrime agli occhi e il cuore a mille: “Mi scusi ma se lei ha paura cosa ci può fare !? e poi lei come si permette!?”.
A questo punto il signore si alza, e urla con un tono di voce altissimo “MA C C**** STAJ RICENN? JE E FACESS AFFUNNA A TUTT QUANT STI NIR IMERD CA VENN ACOPP E BARCUN, FANN SCHIF, ANNA MURI’!!” (“MA CHE STAI DICENDO? IO LI FAREI AFFONDARE TUTTI QUESTI NERI CHE VENGONO SUI BARCONI, FANNO SCHIFO, DEVONO MORIRE!”). In quel momento mi crolla il mondo addosso, penso che il razzismo, il nazismo e il fascismo sono vicinissimi a noi, e sono davvero una minaccia, queste persone sono qui, intorno a noi ovunque e si diffondono a macchia d’olio. Faccio per reagire quando incrocio lo sguardo della cinquantenne, anche lei in lacrime, che mi fulmina con gli occhi. In quello sguardo ho visto mia madre, mia sorella e tutti quelli che mi volevano bene: cosa avrei risolto a controbattere ancora? Oramai la ragazza era al sicuro e, per fortuna i ragazzi stranieri non capivano l’italiano, non c’era null’altro che potessi fare, non potevo certamente entrare nel cervello del signore per farlo ragionare perché sicuramente, la ragione gli mancava, e per questo ho deciso di guardarlo con tutto lo schifo presente su questo pianeta alla deriva e distogliere lo sguardo. Ora, so bene che quindi non ci sono stati feriti, né morti o altro, però credetemi che l’episodio è stato altrettanto grave. Ora ci sono delle persone che hanno meno fiducia del nostro paese. Ci sono persone che si sentono libere di dire frasi razziste e oscene come quelle pronunciate dal signore e cosa ancor più grave, ne sono sempre di più. È ora di dire basta, quando vi trovate di fronte a situazioni del genere, sempre stando attenti alla vostra incolumità, reagite, fate sentire la vostra voce, fate capire alle persone che un’alternativa c’è e che non tutti ci arrenderemo al razzismo e alla xenofobia dilagante. Mostriamo al mondo che noi ci siamo, prima di diventare la resistenza. L’indifferenza è la cosa peggiore che ci sia al mondo, e questo non lo dico io, ma Liliana Sere, perché 80 anni fa tutto ciò che è successo, è stato per colpa dell’indifferenza di quelle povere persone che oramai si sentivano impotenti e non avevano più il coraggio di reagire. Ebbene io vi dico, portate sempre con voi questo coraggio, state sempre in guardia e salvaguardiamo questo mondo insieme!