Sono 1.445 i reati di odio, ovvero i reati che hanno alla base un movente discriminatorio, documentati in Italia, secondo l’ultimo Rapporto pubblicato da Odihr per l’anno 2021, in aumento rispetto al 2020.

Il movente razzista e xenofobo qualifica 1.160 casi, quello anti-Lgbt 83 casi e il pregiudizio contro lo stato di abilità 202 casi. Come ormai da diversi anni, il razzismo e la xenofobia sono all’origine della grandissima parte dei reati documentati nei dati ufficiali comunicati dalle forze dell’ordine e da Oscad all’ufficio dell’Osce.
I dati ufficiali presentati – ricorda Odihr – “includono informazioni tratte dal database della polizia (SDI) e informazioni raccolte dall’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti di discriminazione (OSCAD). La ripartizione che segue è composta da: (i) dati SDI relativi ai seguenti moventi discriminatori: “razza”/colore della pelle; etnia; nazionalità; lingua; antisemitismo; pregiudizio nei confronti di Rom e Sinti; pregiudizio nei confronti di musulmani; pregiudizio nei confronti di membri di altre religioni; e (ii) dati OSCAD sui reati d’odio motivati da pregiudizio nei confronti di “orientamento sessuale e identità transgender” e pregiudizio nei confronti di persone con “disabilità””.

La disaggregazione per tipologia di reato dei reati xenofobi e razzisti mostra tra i reati più ricorrenti l’incitamento alla violenza (380 casi), la profanazione di tombe (195 casi), le minacce/comportamenti minacciosi (153 casi). Sono ben 142 i casi di aggressione fisica riconducibili a un movente xenofobo o razzista.
Ai dati ufficiali si aggiungono le segnalazioni di 230 casi documentati dalle organizzazioni della società civile, tra le quali Lunaria.
I dati Odihr sui reati di odio sono disponibili qui.