Il 16 maggio 2001 Mohamed Sow, cittadino senegalese di 26 anni, scomparve a Invorio, in provincia di Novara: non fu più ritrovato. Il giovane fu ucciso dai suoi due datori di lavoro, che ne occultarono il cadavere. Dopo dieci anni, la Corte d’assise d’appello di Torino ha condannato Rocco Fedele e Domenico Rettura a 14 anni di reclusione per omicidio preterintenzionale. Secondo l’accusa, i due responsabili della ditta di rubinetti in cui lavorava il giovane, l’avrebbero ucciso dopo un litigio relativo alla busta paga. Durante la ricostruzione, il pm ha sottolineato come i due imputati “non tollerassero” lo scatto d’orgoglio e le rivendicazioni salariali di un loro lavoratore, per giunta immigrato. Il pm ha anche parlato di una “condotta aggressiva programmata”. Contro i due imputati molte intercettazioni telefoniche e ambientali, da cui è emerso il linguaggio rozzo che erano soliti utilizzare nei confronti dei loro dipendenti: un’intercettazione parla anche di un “cinghiale” ammazzato, che secondo gli investigatori sarebbe riferito a Sow.