Quanto sta succedendo nel Mar Mediterraneo rappresenta “una situazione senza precedenti ed eccezionale, e necessita dunque di una risposta eccezionale, immediata e coordinata”: così l’Alto Rappresentante per la politica estera della Ue Federica Mogherini davanti al Consiglio di sicurezza dell’Onu. Dove per “risposta eccezionale” si intende la missione di Common Security and Defence Policy (CSDP) sollecitata dal Consiglio europeo straordinario di fine aprile, e per cui Mogherini prova a ottenere l’approvazione dell’Onu. Nella pratica, la misura sollecitata è la “distruzione di ogni asset del macabro business dei trafficanti di uomini”: in altre parole, il bombardamento navale delle barche prima che vengano utilizzate, “perché smantellare il traffico di esseri umani nel Mediterraneo è un modo per salvare vite”, ha spiegato l’Alto rappresentante durante la conferenza stampa al Palazzo di Vetro. Una posizione su cui sembra esserci accordo all’interno del Consiglio di sicurezza, che stando alle dichiarazioni di Mogherini “condivide il senso di urgenza dell’Unione europea” per quanto riguarda le migrazioni.
Il punto sollevato dall’Alto rappresentante relativo alla distruzione delle barche è solo uno dei pilastri intorno ai quali ruota il piano europeo per l’immigrazione, che dopo incontri, discussioni e bozze ufficiose, verrà presentato ufficialmente domani al Consiglio Europeo dal commissario Dimitri Avramopulos. Ma proprio su questo punto è arrivata la presa di posizione dell’ambasciatore libico all’Onu Ibrahim Dabbashi: “Non permetteremo un’operazione militare in Libia. Consentiremo solo un’azione coordinata tra l’Ue ed il governo legittimo di Tobruk, che sia un’azione umanitaria. La nostra maggiore preoccupazione è la sovranità della Libia”. Ai microfoni della BBC, l’ambasciatore ha aggiunto: “Il governo libico non è ancora stato consultato dall’Unione europea. Ci hanno lasciati all’oscuro in merito all’azione militare che vogliono intraprendere, il che ci preoccupa molto. Vogliamo sapere, ad esempio, come si potrà distinguere tra le barche usate dai trafficanti e quelle utilizzate dai pescatori” (http://www.bbc.com/news/world-africa-32686579). Una dichiarazione che ricalca quanto già affermato da Tripoli dopo il primo intervento di Mogherini all’Onu (https://www.cronachediordinariorazzismo.org/watchdog-news/migranti-mogherini-non-esclusa-operazione-militare-in-libia/). Ma l’Unione europea non sembra intenzionata ad abbandonare i propri propositi: se da una parte Mogherini ha sottolineato che “non c’è una soluzione militare al problema” e, per la Libia, “una soluzione reale prevede una partnership con un governo di unità nazionale”, dall’altra ha evidenziato: “non possiamo aspettare per salvare vite e combattere i trafficanti. Non solo è un’emergenza umanitaria, ma anche una crisi di sicurezza. E noi siamo qui per agire e per agire subito. Agiremo nel quadro della legge internazionale in cooperazione con le autorità libiche, e possibilmente nell’ambito di una risoluzione del Consiglio di sicurezza”.
Il voto all’Onu non avrà luogo prima del Consiglio Esteri della Ue del 18 maggio, ma Bruxelles spera in una risposta per il Consiglio europeo del 25 e 26 giugno.