Avrebbe dovuto sposarsi lunedì scorso, 3 dicembre: ma arrivata a Palazzo Reale, a Milano, le sono stati richiesti i documenti. Il futuro sposo, italiano, ha presentato la carta d’identità, mentre lei, cittadina marocchina, il passaporto. A questo punto, “un agente in borghese della polizia municipale ci ha chiamato in disparte e ci ha separati”, scrivono i diretti interessati in un esposto inviato alla Procura e al sindaco Giuliano Pisapia.
La donna non possiede il permesso di soggiorno, non necessario alla celebrazione: infatti, anche i cittadini stranieri privi di questo documento hanno il diritto di sposarsi in Italia, dopo che, nel luglio 2011, la Corte Costituzionale ha cancellato la norma relativa, introdotta nel 2009, per iniziativa leghista, all’interno della legge sulla sicurezza.
Nonostante ciò, la giovane marocchina è stata portata negli uffici della Polizia municipale, dove è rimasta otto ore, uscendo con una denuncia per immigrazione clandestina.
”A fine giornata non solo non ci eravamo sposati ma eravamo anche stati umiliati davanti ai nostri invitati”, spiegano i due nell’esposto.
Il Comune di Milano ha diffuso una nota in merito, nella quale spiega che ”in passato si sono verificate situazioni di matrimoni irregolari, stipulati anche tramite organizzazioni criminali per consentire a persone di origine straniera di ottenere la nazionalità italiana. Per questo la Polizia locale effettua regolari controlli presso Palazzo Reale dove si svolgono i matrimoni civili”.
“Per quanto riguarda il caso della cittadina del Marocco dello scorso 3 dicembre, trovata senza permesso di soggiorno – prosegue la nota – e’ stato necessario da parte del pubblico ufficiale procedere con la segnalazione all’autorità giudiziaria. Eseguiti i controlli, non essendoci motivi ostativi al matrimonio, è ora possibile per la coppia fissare una nuova data”.