Una ricerca della Fondazione Leone Moressa ha analizzato la presenza degli studenti stranieri nelle scuole italiane prendendo l’avvio dall’indagine OCSE PISA realizzata nel 2009.
673.800 gli studenti figli di immigrati presenti nel 2010 tra i banchi degli istituti italiani. Sono il 7,5% del totale degli iscritti e segnano una crescita del 7% nell’ultimo anno e dell’81% dal 2005 e quasi tutti sono iscritti alla scuola pubblica. L’incidenza più alta, rispetto alla popolazione scolastica complessiva, si registra nelle province di Mantova, Prato e Piacenza ma in maggior numero a Roma, Milano, Torino e Brescia. Nelle scuole elementari e medie di Prato, quasi uno studente su 5 è straniero. Nel 67% delle case degli studenti stranieri si parla una lingua diversa dall’italiano; i genitori tendono ad avere un basso profilo occupazionale e gli ambienti sono meno adatti allo studio, soprattutto per quanto riguarda le dotazioni informatiche: solo il 73,8% dispone di un collegamento a internet rispetto all’88,7% degli studenti italiani. La scuola superiore è quella che ha registrato una crescita maggiore rispetto agli altri ordini scolastici: ben il 123,5% in più negli ultimi 5 anni, anche se è la scuola primaria ad avere i più alti indici di studenti stranieri iscritti, l’8,7%. Tra i quindicenni stranieri, la maggioranza è di “prima generazione” e sono arrivati in Italia quando avevano almeno nove anni. Gli studenti stranieri, secondo i risultati della ricerca, aspirano a titoli di studio più modesti e frequentano meno il liceo rispetto ai coetanei italiani privilegiando gli istituti tecnici; solo uno su tre aspira a laurearsi. I risultati della ricerca forniscono utili indicazioni per la definizione delle politiche formative rivolte ai giovani migranti, mettendo in evidenza il divario con gli studenti italiani: politiche adeguate di accoglienza e inserimento scolastico potrebbero facilitare l’ingresso dei neo arrivati nel mondo della scuola.