“Se c’è la necessità di sospendere temporaneamente o definitivamente una partita bisogna farlo tranquillamente per contrastare nel miglior modo possibile il razzismo”: così Giancarlo Abete, presidente della Federcalcio, dopo l’incontro di martedì scorso con il capo della Polizia Antonio Manganelli, seguito ai cori razzisti della curva del Pro Patria e all’abbandono del campo da parte del Milan. Una posizione netta, confermata durante l’incontro che si è svolto ieri tra l’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive e il direttore della Federcalcio Antonello Valentini, che ha dichiarato: “Lo spettacolo non deve continuare per forza”.
Durante l’incontro è stata ribadita la presenza in Italia di una disposizione, secondo cui l’unico responsabile della decisione di sospendere la gara è il dirigente del servizio di ordine pubblico: all’art. 62 comma 6 delle Noif – Norme Organizzative Interne della Figc-, si legge infatti: “Il responsabile dell’ordine pubblico dello stadio, designato dal Ministero dell’Interno, il quale rileva uno o più striscioni esposti dai tifosi, cori, grida ed ogni altra manifestazione discriminatoria costituenti fatto grave, ordina all’arbitro […] di non iniziare o sospendere la gara”. E nella casistica dei motivi di sospensione sono anche previsti, nel comma 3 dello stesso articolo, cori, fischi e striscioni razzisti. Una norma che la Figc ha modificato nel 2009, rendendola più dettagliata, a seguito dei continui insulti rivolti dalle tifoserie al giocatore Mario Balotelli.
L’incontro di ieri è servito anche a mettere le basi per l’organizzazione di iniziative di carattere preventivo a cura dell’Osservatorio nazionale sulle Manifestazioni Sportive, in collaborazione con l’OSCAD – Osservatorio per la Sicurezza Contro gli Atti Discriminatori.
Inoltre, il Coordinatore del GOS – Gruppo Operativo Sicurezza, presente in ogni stadio, organizzerà periodiche esercitazioni, finalizzate a testare la diffusione delle informazioni tra gli operatori della sicurezza negli stadi e l’efficacia dei piani di emergenza, nonché la conoscenza delle procedure da parte degli steward e degli operatori delle Forze di polizia. Proprio per questo motivo la Figc si è impegnata a pianificare attività di informazione e formazione sul tema, coinvolgendo gli Organismi federali competenti in materia ed i soggetti ritenuti sensibili, come i capitani delle squadre.