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Cronache di ordinario razzismo

Cronache di ordinario razzismo

Cronachediordinariorazzismo.org è un sito di informazione, approfondimento e comunicazione specificamente dedicato al fenomeno del razzismo curato da Lunaria in collaborazione con persone, associazioni e movimenti che si battono per le pari opportunità e la garanzia dei diritti di cittadinanza per tutti.

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Il linciaggio nella Patria dei Diritti dell’Uomo

19 Giugno 2014

images (4)Un ragazzo di 16 anni viene sospettato per un furto. Alcuni residenti del quartiere, alla periferia di Parigi, lo vanno a prendere nel campo rom dove vive, lo portano in uno scantinato e lo picchiano fino a crederlo morto. Dopo, lo abbandonano, in coma, in un carrello in mezzo alla strada. Ne abbiamo dato notizia l’altro ieri, segnalando anche i terribili commenti dei lettori dell’Ansa (qui).

Di seguito riportiamo l’articolo di Anna Maria Rivera, pubblicato oggi su Il Manifesto.

Il Ku Klux Klan è sbar­cato nella Patria dei diritti dell’Uomo. Non indossa i cap­pucci neri clas­sici, né dà la cac­cia al «negro», ma pra­tica ugual­mente il lin­ciag­gio del nemico onto­lo­gico. Che in tal caso è lo Zin­garo, ideal­tipo dell’Altro cui impu­tare le ragioni della pro­pria con­di­zione, rab­bia, fru­stra­zione. O da sfrut­tare come capro espia­to­rio in favore di una poli­tica sem­pre più inde­gna di que­sto nome, cui null’altro resta ormai, per occul­tare la pro­pria ina­de­gua­tezza, che libe­rare la parola raz­zi­sta e titil­lare le pul­sioni mal­sane della plebe.

Ciò che è acca­duto pochi giorni fa a Pier­re­fitte–sur–Seine, cit­ta­dina non lon­tana da Parigi che ha cono­sciuto tempi ben migliori (vi sog­gior­na­rono de Balzac,Gautier,Valadon, Utrillo…), è deci­sa­mente un salto di qua­lità. Non più solo i pogrom com­piuti da bande di ban­lieu­sards a loro volta emar­gi­nati, come a Mar­si­glia nel 2008 e nel 2010. Non più solo la distru­zione di campi e bidon­ville seguita da ille­git­timi rim­pa­tri col­let­tivi (di rumeni e bul­gari, cioè cit­ta­dini euro­pei). Non più solo il dodi­cenne rom sbat­tuto in car­cere (è acca­duto nel 2012) o la quin­di­cenne, ottima liceale, depor­tata in Kosovo con la fami­glia a otto­bre del 2013. Non più solo gli atten­tati all’acido cor­ro­sivo nel cuore di Parigi, per mano di un alto fun­zio­na­rio d’area socialista.

Que­sta volta lo schema è quello di un pre­me­di­tato lin­ciag­gio in piena regola. Una squa­drac­cia armata, i volti coperti, rapi­sce Darius, sedi­cenne sospet­tato di furto, dalla bidon­ville in cui vive con la fami­glia. Lo impri­giona in una can­tina e lo mas­sa­cra fin­ché non lo crede morto. Infine, oltrag­gio supremo, lo abban­dona, pie­gato in due, in un car­rello da super­mer­cato. Così lo tro­verà la poli­zia: ormai ago­niz­zante, il corpo inerte e gon­fio di ema­tomi. Sic­ché, ancora men­tre scri­viamo, i medici dispe­rano di salvarlo.

No, non chia­miamo tutto que­sto guerra tra poveri. In que­sta tra­ge­dia c’è un terzo per­so­nag­gio, il vero pro­ta­go­ni­sta: è il raz­zi­smo cinico delle élite poli­ti­che, che si mani­fe­sta con leggi, atti e parole. L’ostilità anti­zi­gana, tratto costi­tu­tivo della sto­ria fran­cese al pari dell’animosità anti­a­raba, è stata rin­ver­dita a bella posta, insieme con la seconda, da gover­nanti e ammi­ni­stra­tori medio­cri, ansiosi di com­pe­tere con i maîtres-à-penser del Front Natio­nal. Il ciclo che va da Sar­kozy a Hol­lande, fino a oggi, è pun­teg­giato da una sca­lata di azioni e dichia­ra­zioni anti­zi­gane inver­sa­mente pro­por­zio­nale al numero dei ber­sa­gli: sono appena ven­ti­mila i rom pre­senti sul sacro suolo fran­cese, e per metà bambini.

Al di là delle con­danne di cir­co­stanza dei poli­tici, nep­pure un atto tanto atroce è valso non dico a susci­tare com­pas­sione per la vit­tima, ma almeno a spez­zare per un attimo il cir­colo vizioso fra il raz­zi­smo dall’alto e quello dal basso. In Fran­cia come in Ita­lia, paese che vanta pri­mati rag­guar­de­voli nel campo della ziga­no­fo­bia (dalla cosid­detta Emergenza-nomadi ai pogrom di Scam­pia, Pon­ti­celli e così via), i com­menti del pub­blico –su reti sociali, radio, gior­nali– sono di un’impressionante per­fi­dia raz­zi­sta, seb­bene tal­volta inconsapevole.

I fusti­ga­tori ita­lici della devianza zigana, che arri­vano a giu­sti­fi­care il lin­ciag­gio di un ado­le­scente, forse ladrun­colo, certo per biso­gno, riflet­tano sul para­dosso seguente. Fra gli impli­cati nella cupola del Mose, v’è qual­che ammi­ni­stra­tore che pochi mesi fa, insieme ad altri, aveva pre­sen­tato trion­fal­mente il Patto di sicu­rezza metro­po­li­tana tra Padova, Vene­zia e Tre­viso con­tro «accat­toni mole­sti o petu­lanti», cioè con­tro i rom. Gli affi­liati di quella cupola sono dei devianti, ancor più bia­si­me­voli in quanto ric­chi e potenti. E tut­ta­via i nostri fusti­ga­tori si per­met­te­reb­bero mai di giu­sti­fi­care un ipo­te­tico lin­ciag­gio ai loro danni?

 

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Filed Under: News Tagged With: Anna Maria Rivera, coma, francia, furto, il manifesto, micromega, picchiato, rom

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