“Una scelta immotivata”: così viene definita dal direttore sportivo del Casale Calcio la decisione dell’allenatore, Francesco La Tartara, che il 19 gennaio, durante la partita Casale-Pro Patria del campionato giovanile “Berretti”, aveva portato fuori dal campo i giocatori, dopo che un giovane attaccante della squadra, di origini brasiliane, era stato insultato con frasi razziste da un avversario.
Il ragazzo aveva reagito all’insulto colpendo l’avversario: ne era nata una rissa, a seguito della quale il giocatore del Casale, l’allenatore e un dirigente della squadra venivano espulsi. Tutti i giocatori della squadra di casa, guidati dall’allenatore, decidevano di abbandonare il campo in segno di solidarietà al giocatore offeso, proprio come già successo nell’amichevole di Busto Arsizio tra Pro Patria e Milan.
Dopo il fatto, il giudice sportivo aveva squalificato il giocatore del Casale che aveva reagito all’insulto, e inflitto alla squadra del Casale una sconfitta a tavolino, un punto di penalizzazione e 500 euro di multa, per aver abbandonato il campo.
A due settimane dall’episodio, in una conferenza stampa la società del Casale ha annunciato il licenziamento dell’allenatore, che secondo il direttore generale Gigi Pavarese ha peccato di “eccesso di protagonismo”. Per il direttore sportivo Giorgio Danna “il mister si è assunto le sue responsabilità e ne ha pagato le conseguenze: come si fa a decidere di non presentare più la squadra in campo senza nemmeno contattare la società?”.
Anche il presidente Paolo Di Stanislao è intervenuto sulla questione: “Mi sono scusato personalmente con il direttore della Pro Patria per l’atteggiamento avuto dalla nostra squadra che ha deciso di lasciare il campo”.
Stupisce che i dirigenti della squadra del Casale abbiano pensato di scusarsi per l’abbandono del campo, arrivando addirittura a licenziare l’allenatore della squadra: viene dunque sanzionata, e in maniera estremamente dura, la scelta dell’allenatore di schierarsi contro il razzismo. Non è arrivata invece alcuna condanna dell’episodio, forse ancor più grave perché avvenuto tra minorenni, durante un campionato juniores.