
La scorsa settimana alcune imbarcazioni della Global Sumud Flottilla ha ricevuto alcuni attacchi da alcuni droni che hanno gettato sulle imbarcazioni materiale urticante ed esplosivo. Nonostante sono stati riportati solo alcuni danni alle imbarcazioni è emerso prevedibilmente il tema nel dibattito politico della sicurezza dell’equipaggio. Sebbene il Ministero della difesa – anche a seguito della pressione esercitata dalla società civile con lo sciopero generale del 22 Settembre – abbia mandato una nave preposta al soccorso in caso di attacco, sia gli esponenti del Governo che lo stesso Presidente della Repubblica hanno intimato ai volontari italiani della Global Sumud Flottilla di abbandonare la missione e lasciare gli aiuti umanitari a Cipro, lasciando intendere l’impossibilità di intervento a difesa dell’equipaggio in caso di attacco di Israele una volta arrivati sulle coste della Striscia. Questo perché le acque antistanti la Striscia di Gaza vengono considerate dai nostri esponenti di governo come di competenza di Israele. Ma come ben sottolineano ASGI, Giuristi Democratici e Comma 2 – Lavoro è Dignità, poiché l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, con Risoluzione del 13 settembre 2024 (A/ES-10/L.31/Rev.1) ha imposto ad Israele di cessare l’occupazione illecita entro il 13 Settembre 2025 e ribadito agli altri Stati di non riconoscere effetti legali all’occupazione, “Ne consegue che come non è territorio israeliano Gaza, non sono israeliane le acque antistanti le sue coste, e qualsiasi affermazione di segno diverso da parte dei rappresentanti dello Stato italiano costituisce violazione dell’obbligo di non riconoscimento della situazione.”
Dunque, è proprio il diritto internazionale a dimostrare come in realtà l’equipaggio della Global Sumud Flottilla oltre ad operare nella piena legittimità legale abbia anche diritto a protezione.
In questo contributo di ASGI, Giuristi Democratici e Comma 2 – Lavoro è Dignità, che segnaliamo si cerca di fare chiarezza su cosa afferma il diritto internazionale e in che modo l’Italia dovrebbe – o avrebbe dovuto – muoversi.