La corte d’appello di Milano ha condannato i due coniugi, imprenditori agricoli, che il 27 giugno 2008 lasciarono morire sotto il sole un operaio impiegato nella raccolta dei meloni.
L’uomo, un cittadino indiano di 44 anni, impiegato irregolarmente nei campi di proprietà dei coniugi, si era sentito male durante il lavoro. I due imprenditori avevano ordinato ad altri braccianti di spostarlo in un altro appezzamento vicino, dove fu poi trovato senza vita. Secondo i giudici, se marito e moglie avessero chiamato un’ambulanza, l’uomo si sarebbe salvato.
Due anni fa la Cassazione, su ricorso del procuratore capo di Mantova, aveva annullato la precedente sentenza emessa dalla corte d’appello di Brescia, che aveva assolto la donna, condannando solo il marito a 4 anni e 9 mesi per abbandono di incapace e impiego di manodopera irregolare.
Era stato dunque ordinato un nuovo processo in Corte d’appello a Milano, che si è concluso lo scorso 18 dicembre, con una condanna a 17 anni e 9 mesi per l’uomo e a 9 anni e 4 mesi per la moglie.
La notizia è stata diffusa solo pochi giorni fa dall’avvocato dei due coniugi, riconosciuti entrambi colpevoli di omicidio volontario.