Abbiamo ricevuto dal Comune di Udine copia della delibera n. 333 adottata dalla Giunta comunale il 5 ottobre scorso in tema di riconoscimento della cittadinanza italiana per Ius soli per i nati in Italia da genitori di origine straniera. Con tale delibera la Giunta dà “mandato al sindaco di procedere al riconoscimento della cittadinanza per Ius soli ai figli nati in Italia da genitori stranieri regolarmente residenti, e ai ragazzi arrivati in Italia adolescenti, che abbiano qui compiuto un ciclo scolastico”.
Nel testo della delibera si legge che l’amministrazione ha agito “nella convinzione della forte necessità di riformare in tempi rapidi la legge sulla cittadinanza”. Una necessità che sembra sempre più urgente, ricorda la delibera, considerati anche i dati Istat, che documentano la presenza, al 1° gennaio 2011, di “4.570.317 persone di cittadinanza straniera residenti in Italia, di cui circa un milione di minori nati o cresciuti in Italia”, ossia il “22% dei minori residenti”. A una presenza sempre più importante di persone nate o cresciute in Italia non corrisponde il riconoscimento del ruolo da queste svolto all’interno del paese.
La Giunta, ricordando anche un discorso del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, sottolinea che il riconoscimento dello Ius soli “faciliterebbe il processo di inserimento sociale di minori cui ora è negata la possibilità di soddisfare una loro aspirazione – che dovrebbe corrispondere anche a una visione nostra, nazionale, volta ad acquisire delle giovani nuove energie ad una società abbastanza largamente invecchiata”.
Inoltre, con la delibera il Comune chiede il “ripristino della norma di legge che non prevede la presentazione del permesso di soggiorno per la registrazione delle nascite”. Infatti, come ricorda la giunta, il comma 2 dell’art. 6 del testo Unico sull’immigrazione impone, sulla base delle modifiche apportate dalla legge 94/2009 (Pacchetto sicurezza), la presentazione del permesso di soggiorno per la registrazione degli atti di nascita. E, se è vero che, con la Circolare n. 19 del 7 agosto 2009, il Ministero dell’Interno è intervenuto su tale questione eliminando la necessità di presentazione del documento di soggiorno, la giunta precisa che “una Circolare Ministeriale non è una fonte primaria del diritto”, e di conseguenza sollecita l’abolizione della norma introdotta con la legge 94/2009.