28-08-2012, Cicagna(GE) - Liguria
Il quotidiano "il Secolo XIX” pubblica una lettera anonima di una quarantina di righe scritte a mano, che parla del pestaggio del cittadino marocchino ad opera di tre cittadini italiani. «Com’è cambiato il mondo: le vittime diventano delinquenti e stanno in carcere, viceversa i delinquenti si trasformano in vittime e stanno fuori. È il caso del magrebino Yassine, di professione ladro, e dei suoi "brutali aggressori”, onesti lavoratori e padri di famiglia che si sono permessi (a ragione o a torto) di dargli una lezione esasperati dai suoi continui furti e dalla sua strafottenza. (…) Mi dia ascolto, appena può sparisca. Forse non si rende conto di quello che ha scatenato e potrebbe esserci altra gente con gli attributi ancora più esasperata. Non siamo tutte pecore, c’è ancora qualche lupo e sinceramente di quelli come lei faccio volentieri a meno. Siamo preoccupati per la ferita al braccio, temono forse che possa compromettere la sua attività di ladro? Magari arriveremo anche a darle la pensione … Ha lasciato moglie e figlia in Marocco, ma quanti ce ne sono così eppure si sono integrati, lavorano e vivono onestamente e ci rispettano come noi rispettiamo loro, lui no, non ha casa, non ha lavoro e allora ruba, è molto più comodo e meno faticoso. Perché non torna al suo paese? Perché là ai ladri tagliano le mani invece qui le autorità competenti ti trasformano in vittima».
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