28-09-2007, Tradate(VA) - Lombardia
Il sindaco leghista, Stefano Candiani, approva un'ordinanza (con delibera n. 55 del 28.09.2007) che introduce un beneficio sociale di natalità (cosiddetto "bonus bebè") pari a 500 euro a favore di ciascun neonato iscritto all'anagrafe del comune purché entrambi i genitori abbiano la cittadinanza italiana e almeno uno dei genitori sia residente nel Comune di Tradate da almeno cinque anni. Il Comune di Tradate istituisce contestualmente anche una "festa del bambino" per celebrare tale iniziativa discriminatoria. A breve distanza dalla pubblicazione della delibera, viene presentato un ricorso anti-discriminazione da parte di Asgi, Apn e Farsi Prossimo. Tra il 2007 e il 2010 sono 83 i bambini stranieri esclusi dal beneficio sociale. Nel luglio 2010, il Tribunale di Milano condanna sia in primo grado sia in sede di reclamo l'atto del comune di Tradate come discriminatorio, ordina la modifica della delibera comunale e il pagamento del bonus a tutti i nati stranieri dalla data di entrata in vigore della delibera alla data dell'ordinanza. Successivamente, dopo il ricorso promosso da parte del Comune presso la Corte di Cassazione, il 15 giugno 2012 questa stabilisce con una sentenza definitiva una volta per tutte che il cosiddetto "bonus bebè" è illegittimo e discriminatorio. La Cassazione condanna quindi il comune di Tradate a pagare le spese legali, che ammontano a circa 2mila euro.
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