28-03-2019, Roma(RM) - Lazio
Viene approvata la legge di conversione del decreto legge n. 4/19 che istituisce il “reddito di cittadinanza”. Nel testo è previsto che, per poterne fare richiesta, i cittadini di Paesi non comunitari: siano titolari di un Permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo, abbiano maturato almeno 10 anni di residenza in Italia, producano, oltre all’ISEE, una documentazione supplementare rispetto ai cittadini italiani, prodotta dalle autorità presenti nel rispettivo Paese di origine, debitamente tradotta e legalizzata, comprovante la composizione del nucleo familiare e la propria condizione economica. Si tratta di una vera e propria discriminazione istituzionale tra cittadini italiani ed europei e cittadini dei c.d. Paesi terzi, volta a limitare l’accesso al reddito di cittadinanza di quest’ultimi, spesso appartenenti a quei gruppi a basso reddito che ne dovrebbero maggiormente beneficiare. A due anni e mezzo dalla denuncia presentata da ASGI, NAGA, APN e l’Altro diritto, La Commissione Europea apre una procedura di infrazione contro l’Italia in relazione al requisito di 10 anni di residenza in Italia per l’accesso al reddito di cittadinanza.
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