25-04-2018, Vittorio Veneto(TV) - Veneto
Un 43enne marocchino viene picchiato con pugni e schiaffi al viso e al corpo davanti alla figlia 13enne con cui stava facendo un giro in bicicletta. La violenza scatta in pieno centro, nel primo pomeriggio, dopo che allo stadio "Barison" si è conclusa la finale della Coppa Veneto tra Treviso e Opitergina. «Sei un negro»: queste le parole rivolte al 43enne, la cui unica “colpa” sarebbe stata quella di indossare una maglietta da calcio della Juventus, mentre la figlia tredicenne ne aveva addosso una del Real Madrid. «Fermati e togliti subito quella maglia»: avrebbero urlato al cittadino marocchino che, capita la gravità della situazione, fa di tutto per evitare il confronto fisico. «Negro, togliti quella maglia»: continuano gli ultras urlando contro il 43enne. Lo schiamazzo richiama l’attenzione di un 22enne marocchino che, dalla finestra di casa, chiede al connazionale se avesse bisogno di aiuto. Ma sentendoli parlare in arabo, i quattro reagiscono con ulteriore violenza verbale, scatenandosi con frasi del tipo «negro di m… Io ti spacco la faccia… Mi son Veneto…». La violenza fisica arriva quando il 22enne scende per aiutare l’uomo e la figlia, ritrovandosi addosso i quattro che, dopo aver sfondato la porta d'ingresso, riescono ad entrare nell’androne del palazzo. In quei frangenti, si scatena la violenza con calci e pugni rivolti ai due cittadini marocchini e una pianta scagliata contro il più giovane, che per poco però non ha raggiunto la ragazza, costretta ad assistere alla scena in preda al terrore. Nella colluttazione, il 43enne riporta escoriazioni al collo, alla testa e contusioni al torace. Il 22enne, a cui uno dei quattro avrebbe anche fatto con le mani il gesto del taglio del collo, rimedia invece un trauma facciale, la rottura delle ossa del naso e traumi ad una spalla giudicati guaribili in quindici giorni. Fortunatamente incolume, ma in forte stato di choc la 13enne. Le vittime sporgono denuncia. Quattro ultras sostenitori del Treviso Calcio vengono denunciati con l'accusa di lesioni "aggravate dall'odio etnico razziale e nazionale e danneggiamenti". Nel marzo 2020, il gup li rivia a giudizio. I quattro vengono anche raggiunti da un Daspo emesso dal questore di Treviso che gli impedirà di partecipare o accedere a eventi sportivi per cinque anni. Nel dicembre 2020, inizia in tribunale a Treviso, il processo per i quattro. Nel gennaio 2022, il giudice stabilisce che si è trattato di un gesto "aggravato dall'odio etnico, razziale e nazionale". Due di loro vengono assolti, mentre gli altri due vengono condannati a 1 anno e un mese di reclusione. Si tratta di una sentenza addirittura più pesante rispetto a quelle che erano state le richieste della Procura.
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