26-05-2012, Avezzano(AQ) - Abruzzo
Le minacce e le aggressioni cominciano già nel 2006, quando la vittima, una ragazza nata in Pakistan, ma da tempo residente in città, aveva solo 16 anni. La giovane pakistana frequentava un ragazzo quando, secondo la sua testimonianza, le amiche di comitiva, alcune delle quali erano nella sua scuola, cominciarono a maltrattarla, sputandole in faccia e tirandole i capelli. Da quell’episodio, erano poi passati diversi anni, ma ogni volta che incontrava una di loro in particolare, veniva ingiuriata con frasi razziste come: «Perché non ti hanno lapidata in Pakistan» oppure «pakistana di m... puzzi di cipolla perché non ti lavi?». Dopo le ripetute minacce, l’aggressione fisica nei pressi del bar della stazione ferroviaria, dopo che la sua compagna di scuola (che è stata poi condannata dal tribunale, ndr) è stata sospesa dalla preside proprio in seguito al comportamento denunciato dalla vittima. Una pattuglia dei vigili urbani passata nelle vicinanze si ferma e soccorre la giovane pakistana. Il caso finisce davanti al giudice di pace, ma vista la contestazione “dell'odio razziale”, nel 2014 gli atti vengono trasmessi alla Procura, finendo all'attenzione anche del Parlamento italiano. Il pubblico ministero onorario, nel corso dell’udienza del luglio 2019, ha chiesto un anno di reclusione, ma il giudice ha infine condannato l'accusata a 10 mesi.
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