25-06-2016, Carcare(SV) - Liguria
Il sindaco Franco Bologna emette un ordinanza comunale n. 27/2016 avente come oggetto: «Tutela sanitaria Art. 50 T.U.E.L. 267/2000», con la quale si ordina il «divieto di dimora, anche occasionale, di persone provenienti dai paesi dall'area africana o asiatica, presso qualsiasi struttura d'accoglienza, prive di regolare certificato sanitario attestante le condizioni sanitarie e l'idoneità a soggiornare». L'ordinanza si basa su una presunta relazione tra l'insorgenza di malattie infettive, l'origine etnica, la provenienza geografica. «Dal mese di aprile 2014 ad oggi - si legge nel documento - sono transitati sul territorio comunale numerosi cittadini extracomunitari provenienti da diversi paesi africani e asiatici, tra cui Siria, Nigeria, Ghana, Eritrea, Gambia, Sudan, Somalia, ospitati in locali gestiti da cooperative sociali in convenzione con la prefettura. In questi paesi, sia di origine sia di transito, in assenza di adeguate misure di profilassi sono ancora presenti numerose malattie contagiose ed infettive quali ad esempio Tbc, scabbia e Hiv». L'Unar si era espresso in merito ad un'analoga ordinanza del sindaco del comune di Alassio del luglio 2015, a seguito di una istanza rivolta a tale organismo da alcune organizzazioni territoriali, e affermava, secondo quanto riportato dalla stampa, che questo tipo di ordinanze «sembrerebbero configurare una molestia ai sensi della legge anti discriminazione, ovvero quei comportamenti indesiderati, posti in essere per motivi di razza o di origine etnica, aventi lo scopo o l'effetto di violare la dignità di una persona e di creare un clima intimidatorio, ostile, degradante, umiliante e offensivo» e considerando «discriminatoria la misura di vietare a tali cittadini stranieri di insediarsi anche occasionalmente nel territorio comunale». Nell’agosto 2017, il sindaco viene condannato per "discriminazione e razzismo" dal tribunale di Genova in seguito alla denuncia delle Arci Avvocato di strada Onlus, Asgi-Associazione Studi Giuridici sull'Immigrazione e Federazione Solidarietà e Lavoro. Il primo cittadino impugna la sentenza, rivendicando che la sua ordinanza non avrebbe fondamenti razzisti. Il 26 agosto 2020, la Corte d’Appello di Genova conferma il giudizio del tribunale e sottolinea il fine discriminatorio delle ordinanze, oltre al carattere profondamente illogico delle stesse.
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