24-03-2011, Grosseto(GR) - Toscana

Tre amici si trovano alla fermata dell'autobus: due hanno 35 e 26 anni, l'altro ne ha circa settanta. All'arrivo dell'autobus, il più anziano viene fatto salire, mentre gli altri due no: la conducente del bus della Tiemme - Rama gli dice, ignorando che fosse un amico degli altri due, «salga in fretta sull'autobus così chiudo le porte e quei due rom non entrano». Il giorno successivo si ripete in parte lo stesso copione: Cristian e Giuseppe sono alla solita fermata, ma questa volta da soli. All'arrivo dell'autobus, fanno un cenno ma la stessa conducente, riconoscendoli, non si ferma. Uno dei due, Cristian Turri, presenta allora un reclamo alla Rama e, in seguito alla risposta dell'azienda, che lo informa "di aver interpellato il conducente in questione, il quale esclude di aver impedito la sua salita a bordo del bus", presenta una querela. «Premesso che l'appartenenza ad una etnia non è ovviamente un motivo valido - dice Cristian - né io né il mio amico siamo rom». Cristian viene da Comacchio e Giuseppe da Mazzarino, entrambi italiani, da anni risiedono a Grosseto. Soltanto che, negli ultimi tempi, hanno avuto un po' di difficoltà e vivono in un dormitorio. L'azienda, dopo aver inizialmente negato, cambia atteggiamento: «La conducente ha confermato l'episodio - spiega il presidente della Rama - e ha ricevuto un richiamo verbale. Se dovesse reiterare questi comportamenti, prenderemo provvedimenti. Non si tratta di razzismo ma di esasperazione. La conducente si è sentita presa in giro da queste persone che non avevano mai il biglietto e la provocavano con atteggiamenti di sfida».