21-02-2015, Calcio(BG) - Lombardia
Nella notte, Roberto Costelli, 39 anni, si reca con alcuni amici a una festa di Carnevale organizzata in un locale, portando in auto una delle due pistole che detiene per uso sportivo. Dopo la festa l'uomo s'incammina verso una zona di campagna poco distante, dove vive la famiglia Pantic, composta da marito, moglie e dieci figli, tutti cittadini italiani di origine croata. Costelli scende dall'auto e spara contro i due camper in cui i membri della famiglia Pantic stanno dormendo. Sei dei sette colpi esplosi raggiungono direttamente i camper. Un colpo colpisce alla nuca, nel sonno, il capofamiglia. Inutile la corsa all'ospedale, dove Roberto Pantic, 43enne nato a Portogruaro, in provincia di Venezia, di origine croata, arriva già morto. Scattano le indagini degli inquirenti, contro ignoti. Dopo pochi giorni, Costelli viene sottoposto a fermo. Una perquisizione in casa dell'uomo porta al ritrovamento di una delle due pistole in suo possesso. Dopo circa due ore e mezzo di fronte al pubblico ministero, Costelli ammette di aver nascosto la pistola mancante dentro il caminetto di casa, e di aver sparato contro le roulotte, affermando di non voler uccidere, ma solo spaventare i membri della famiglia, rei, secondo lui, di sporcare l'area. Il pm chiede una condanna a 30 anni per l'omicidio, contestando all'uomo l'aggravante dell'odio razzista, insieme a quella dei futili motivi. Alla base della decisione del magistrato c'è anche la considerazione degli insulti e delle minacce rivolte "a nomadi e stranieri" sui social network. Nella sentenza finale, il gup condanna Costelli a 16 anni di carcere per omicidio volontario pluriaggravato, riconoscendo l'aggravante dei futili motivi, ma non quella dell'odio razzista. Secondo il giudice l'uomo non aveva intenzione di uccidere.
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