20-02-2012, Tortona(AL) - Piemonte
Il Comune non rilascia il documento d'identità ad una cittadina polacca convertita all'Islam, Agata Bernadetta Abidi, la quale, il 15 febbraio 2012, aveva perso la carta d'identità e aveva regolarmente sporto denuncia ai Carabinieri. La fototessera consegnata in Comune, assieme ai moduli, è la stessa usata per patente e permesso di soggiorno: una foto dove indossa l'hijab. «Non posso accettare foto con il velo», le dice l'impiegata. «Parli con il mio superiore». Dopo diversi giorni e innumerevoli rifiuti, la donna, con l'aiuto di un avvocato, segnala il caso all'Unar e chiede al Comune di rinnovare entro tre giorni il documento. Passano settimane, nessuna risposta. Unar fa una nota scritta e due solleciti. Il 5 aprile 2012, infine, arriva la replica che ribadisce il rifiuto e introduce "la regola delle orecchie". Il comune si appella a una disposizione del Viminale «del 5 dicembre 2005, che in materia di fotografie per documenti dispone che "entrambi i lati del viso devono essere mostrati chiaramente"». La signora Abidi può indossare l'hijab nell'immagine che comparirà sulla sua carta d'identità, ma deve rifare le tre fototessera, spiega un funzionario del Comune, con «orecchie visibili, radice capelli visibili». Nonostante questa precisazione del Comune, la donna resta ancora senza documenti.
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